
Il professor Giacomo Gibertoni
Mirandola (Modena), 8 gennaio 2025 – Andrea Sancini, una delle 17 vittime dell’incidente ferroviario di Crevalcore (7 gennaio 2005), era un docente del Liceo ’G. Pico’ di Mirandola, dove aveva preso servizio nel settembre del 2004, con un incarico di materie letterarie e latino. Tutti i giorni dalla abitazione di Bologna percorreva quella tratta dal capoluogo felsineo a Mirandola in andata e ritorno. Ed è stato così anche quel giorno, che rivive nella memoria di un suo collega del tempo, il professor Giacomo Gibertoni, titolare di materie letterarie e latino, col quale strinse una solida amicizia, interrotta purtroppo da quella terribile disgrazia.
"Benché giovane e alle prime esperienze, si inserì da subito positivamente. Accanto alla fervente passione letteraria coltivava quella musicale, come ascoltatore di musica classica e corista del coro dell’università di Bologna. Di tali passioni è rimasto segno tangibile nella biblioteca dell’istituto, che oggi ospita il fondo "A. Sancini", costituito da libri e dischi donati dalla famiglia per ricordare la memoria del figlio. Quando si parla di Andrea, i ricordi personali corrono rapidi a quel terribile giorno di gennaio, una giornata nebbiosa e fredda. Vidi per l’ultima volta Andrea quella mattina, in sala insegnanti, prima dell’inizio delle lezioni: scambiammo un saluto dopo la pausa natalizia, qualche battuta sul fatto che la nostra fosse l’unica scuola della città a non aver fatto il "ponte", alcune parole sui concerti ascoltati durante le festività. Poi suonò la campanella e si cominciò la giornata lavorativa. Sancini terminò la lezione alle 12.35 e raggiunse la stazione di Cividale, dove prese quello che sarebbe stato il suo ultimo treno. Apprendemmo la notizia già dal notiziario televisivo delle 13.30 e cominciammo a temere".
"Le conferme ai nostri timori – prosegue – vennero la mattina successiva, sabato 8 gennaio, quando si seppe che Andrea non si era presentato al lavoro, non aveva avvisato la segreteria dell’assenza, non rispondeva al telefono cellulare e non risultava fra i numerosi feriti ricoverati negli ospedali modenesi e bolognesi. Attendemmo e sperammo, per un giorno ancora, appesi alla debole speranza che Andrea fosse ricoverato in ospedale e che non fosse stato possibile identificarlo, ma purtroppo ciò non si verificò. Solo il lunedì, dopo che i soccorritori riuscirono a farsi strada fra le lamiere dei convogli distrutti, si seppe che il professor Sancini purtroppo non era sopravvissuto all’incidente. Fu una grave perdita umana e culturale, per i colleghi e gli studenti".
"Ha lasciato un segno luminoso nelle persone che l’hanno conosciuto e nella storia dell’istituto – conclude il collega –. Tale segno si coglie nelle parole di allievi, colleghi e amici, dapprima accolte in un blog in internet, poi diventate un libro distribuito nella primavera successiva, quando a Mirandola, nella chiesa di San Francesco, si svolse un concerto in memoria tenuto dal coro dell’Alma Mater Studiorum, in cui per anni aveva cantato il giovane docente cui tutti avevano voluto bene".
Alberto Greco