"Anna, morta per aiutare gli anziani All’inizio non avevamo protezioni"

Rabbia e dolore per il decesso dell’operatrice di soli 36 anni che lavorava a Villa Margherita I colleghi: "Qui molti positivi, abbiamo paura. Anna si è sempre battuta per i diritti di tutti"

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di Valentina Reggiani

Ha lottato per i propri diritti ma, soprattutto, per quelli degli altri. Per aiutare i colleghi e per non abbandonare gli anziani, ‘i suoi anziani’ di cui si è occupata con amore fino all’ultimo. Anche quando ha iniziato ad avvertire quei terribili sintomi. Il covid-19 ha strappato alla vita una giovane donna di soli 36 anni. Anna Caracciolo era una dei 10 operatori contagiati della residenza per anziani Villa Margherita e delegata sindacale: ha lottato contro il virus per un mese poi il suo corpo, purtroppo, si è arreso.

Dopo il raffreddore erano insorti all’improvviso i problemi respiratori ed era entrata in terapia intensiva lo scorso 6 marzo dopo essere risultata positiva al tampone. Le colleghe la ricordano come "una persona dal cuore grande; una guerriera sempre pronta ad aiutare il prossimo". La sua morte ha destato profonda commozione e sconforto così come ha purtroppo confermato quanto sia tragica la situazione all’interno delle residenze per anziani.

I numeri parlano chiaro: complessivamente gli anziani risultati positivi – dati aggiornati al sei aprile - nelle diverse strutture della provincia sono 282 a cui si aggiungono 95 operatori e 58 deceduti. La situazione più grave nei giorni scorsi era risultata proprio quella di Villa Margherita con 35 Covid. L’Ausl aveva specificato come fossero 19 le strutture con casi risultati positivi, su oltre 50 sul nostro territorio. "Anna era un operatore da cento e lode – afferma Franca Guglielmini, amica e collega di Anna – per come era dolce e disponibile con gli anziani; aveva rapporti bellissimi coi nostri ‘nonni’. Era fatta così: non aveva vie di mezzo’. Eravamo amiche dal 2009: a Villa Margherita: è stata la prima persona che ho conosciuto. L’ho sentita l’ultima volta domenica sera, quando è stata ricoverata. E’ passato un mese: poi l’hanno intubata" Qui a Villa Margherita all’inizio dell’epidemia – spiega Franca - non c’erano i presidi, ora c’è tutto ma si poteva fare qualcosa di più per Anna e per tutti gli altri. Io sono stata fortunata; ho preso il virus in forma leggera e a breve tornerò al lavoro. Mi è andata bene. Quanto accaduto semplicemente non doveva succedere".

"Villa Margherita è in grosse difficoltà’ – spiega Moehcine el Errag della Cgil – Anna era in ospedale da un mese ormai. Era una delegata ma soprattutto un’amica che ha sempre difeso il più debole: Anna ha sempre aiutato chi aveva bisogno ecco perché aveva scelto di fare l’operatore sanitario. Era una donna sensibile, sempre pronta a difendere i diritti dei lavoratori e, in generale, dei cittadini. E’ stata anche in prima linea nella vertenza contro il contratto Anaste entrato in vigore da febbraio e contro il quale ci siamo opposti con forza: riduceva il periodo di malattia da un anno a quattro mesi senza retribuire poi i primi tre giorni di malattia. Faccio fatica a parlare al passato: io e Anna eravamo amici da dieci anni; era giovane e forte e ci siamo visti tre giorni prima del ricovero – continua Moehcine – Abbiamo fatto una riunione mantenendo le distanze di sicurezza: avevano bisogno di aiuto e dispositivi di protezione; ricordo che stava poco bene e si era comprata una mascherina chirurgica che utilizzava per andare a lavorare temendo di attaccare qualcosa al personale. Era raffreddata e diceva: non vorrei essere lasciata a casa o non pagata se non mi presento a lavorare, quindi vado anche se non mi sento bene".