Anziana strangolata, il figlio resta in carcere

Per la procura, anche se non c’è pericolo di fuga, l’uomo è totalmente privo di autocontrollo e occorre un monitoraggio psichico continuo

Anziana strangolata, il figlio resta in carcere

Lorenzo Carbone, 51 anni, accusato di aver ucciso la propria madre

"Non so perchè l’ho fatto, l’ho sempre accudita". Ha ripercorso quanto accaduto domenica, dicendo di non sapersi dare una spiegazione del terribile gesto commesso. "Non avevamo litigato – ha ribadito. Mi sono sempre occupato di lei, l’ho sempre accudita. Non sono scappato, mi sono allontanato e basta. Ero molto stanco". Seppur in un profondo stato di prostrazione ieri mattina Lorenzo Carbone, il 51enne di Fiorano accusato di aver ammazzato, strangolandola con il laccetto delle federe l’anziana madre Loretta Levrini, affetta da demenza senile ha parlato davanti al giudice, ammettendo le proprie responsabilità. Dopo la confessione quasi in diretta tv, all’inviato Mediaset lunedì pomeriggio, infatti, ieri mattina in carcere al Sant’anna il 51enne ha ripercorso quanto accaduto domenica nell’appartamento di Spezzano dove viveva con la 80enne da sempre. Al termine dell’interrogatorio di garanzia – avvenuto alla presenza dei legali dell’uomo, gli avvocati Giuseppe Rizzo e Giuliana Salinitro – il giudice, dottoressa Clò non ha convalidato il fermo di pg, non ritenendo vi fossero i presupposti per emetterlo, non essendovi la flagranza di reato e neppure il pericolo di fuga. (L’indagato è autonomamente tornato a casa). Il giudice, però, ha disposto la misura cautelare in carcere per Carbone ravvisando invece il presupposto del pericolo di reiterazione del reato. Infatti, a seguito delle indagini svolte dai carabinieri di Sassuolo, Fiorano e Modena, coordinati dalla procura l’indagato è stato ritenuto dal pm – che ne ha chiesto la custodia cautelare in carcere – privo di qualsivoglia forma di autocontrollo. La procura ha poi contestato come l’uomo, dopo un primo insuccesso (avendo cercato di soffocare l’anziana con un cuscino) abbia continuato nella volontà omicidiaria proseguendo con un secondo strumento, la federa per poi utilizzare alla fine la corda.

La decisione di confermare la custodia in carcere per Carbone è legata poi alla gravità del fatto commesso e alla confessione dell’indagato; il giudice ha però disposto il monitoraggio psichiatrico dell’indagato all’interno del carcere. Proprio oggi sarà dato incarico al medico legale per effettuare l’autopsia sul corpo della vittima e stabilire con certezza le cause che ne hanno provocato il decesso. Il delitto sarebbe stato commesso dopo che mamma e figlio avevano fatto colazione domenica: al loro ingresso nell’appartamento, infatti, i militari hanno trovato nel lavandino della cucina le due tazze utilizzate dall’indagato.

Valentina Reggiani