Banco Bpm, utile netto di 178 milioni di euro

I vertici dell’istituto: "La trimestrale ha raggiunto livelli record. I ricavi sono in crescita del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2021"

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Banco Bpm ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 178 milioni di euro, in rialzo del 77,6% sullo stesso periodo del 2021 e superiore alle attese degli analisti. Nel trimestre, si legge nella nota che annuncia i risultati, la redditività ha raggiunto "livelli record" con il "miglior utile ante imposte mai registrato", pari a 399 milioni di euro. I ricavi si sono attestati 1.186 milioni di euro, in crescita del 9,1% rispetto al quarto trimestre 2021 e del 5,2% sullo stesso periodo dello scorso anno. Al netto delle componenti non ricorrenti l’utile sale a 199 milioni.

Il risultato della gestione operativa è salito, rispetto al 2021, del 16% a 561 milioni, anche grazie alla dinamica dei costi, con il cost-income sceso in un anno dal 57,1 al 52,7%. Il costo del rischio si è attestato a 54 punti base, il livello più basso mai registrato contribuendo al balzo del all’utile ante imposte di balzare del 54% a 399 milioni. Sul fronte della qualità degli attivi di bilancio continua la strategia di riduzione del portafoglio di crediti non performing, con la conferma di un taglio complessivo di oltre 1 miliardo entro la presentazione dei risultati del primo semestre 2022. Nell’ambito di tale strategia è stata approvata a fine aprile la cessione di un portafoglio di inadempienze probabili e sofferenze con valore lordo di bilancio di circa 700 milioni (progetto Argo). "Salvo ulteriori peggioramenti di scenario, è previsto il miglioramento dell’utile netto del Gruppo nel 2022 rispetto al 2021, in coerenza con la tendenza delineata nel Piano Strategico e con i relativi target di medio periodo". Lo afferma Banco Bpm commentando i risultati del primo trimestre dell’anno. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna (nella foto) sottolinea che "l’andamento operativo del gruppo nel corso dell’esercizio continuerà inevitabilmente ad essere influenzato dal contesto esterno" dove le prospettive di crescita dell’Italia sono in rallentamento a causa della guerra in Ucraina. Il margine di interesse risentirà nel secondo semestre della minore contribuzione derivante dalla fine dei prestiti agevolati della Bce ma trarrà vantaggio dal rialzo dei tassi. "Le commissioni, pur risentendo del complessivo rallentamento della crescita economica e delle tensioni sui mercati, saranno ancora sostenute dalla dinamica dei comparti asset management e bancassurance, mentre il forte governo degli oneri operativi continuerà a costituire una delle principali aree di focus dell’azione manageriale", sottolinea la banca. Per quanto riguarda le perdite su crediti, infine, dovrebbe proseguire il "percorso di riduzione del costo del credito avviato negli ultimi anni, senza pregiudicare il trend di derisking e il mantenimento di un solido livello di copertura".