"Basta odio, donne unitevi contro la violenza"

Oltre 200 fiaccole in ricordo di Alice Neri. Il fratello: "Per lei è tardi, ma essere qui non è inutile: ci sono altre mamme e sorelle da salvare"

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di Maria Silvia Cabri

"Per mia sorella, purtroppo, ormai non c’è più nulla da fare, l’hanno uccisa. Ma ci sono altre vite da salvaguardare, donne, mamme, figlie, sorelle da salvare, è un imperativo. Stop violenza: Alice sarebbe contenta di vedere tutte queste persone unite per dire basta alle atrocità sulle donne. Anzi sarebbe stata in prima fila, perché lei era così e il tema le stava molto a cuore".

Matteo Marzoli, il fratello di Alice Neri, la 32enne di Ravarino il cui corpo è stato trovato carbonizzato nelle campagne di Concordia lo scorso 18 novembre, ha una maglietta con la foto della sorella e porta al braccio un nastro di colore rosso. Come lui, tanti indossano qualcosa di rosso, e stringono in mano una ‘torcia’ del medesimo colore. Sono ben oltre 200 le luci che hanno silenziosamente sfilato per le vie del centro storico di Modena, partecipando al corteo in memoria di Alice, organizzato dall’associazione ‘Casa delle Donne’ di Modena su richiesta della famiglia, ad un mese esatto dal ritrovamento del suo corpo bruciato dentro l’auto, a Fossa di Concordia. Un momento collettivo per ricordare la giovane mamma uccisa e per ‘dire basta alla violenza sulle donne e perché non accadano più tragedie’, come si legge nel grande striscione che ha aperto il corteo, retto con un dolore dignitoso sia dal fratello di Alice che dal marito, Nicholas Negrini. E’ proprio alle donne che Matteo si rivolge: "Per salvaguardare tante vite – ha affermato – reputo sia necessario che il primo passo venga fatto proprio dalla comunità delle donne. In questo terribile mese e specie negli ultimi giorni – ha proseguito – ho sentito quanta crudeltà e brutte parole sono state espresse proprio dalle donne stesse. Ne abbiamo avuto l’esempio appena alcuni minuti fa, mentre camminavamo in silenzio: l’unica persona che ha espresso un commento, assolutamente fuori luogo, è stata una donna (che ha detto ‘Ma a cosa serve ora?’, ndr). Le donne devono unirsi e ribellarsi a questa ingiustizia: prendete in mano le redini della vostra vita, avete il diritto di potere uscire di casa, dal lavoro in tutta tranquillità, senza dover pensare ‘Cosa faccio esco e rischio la vita o sto a casa?’, perché è assurdo, dovete ribellarvi, ed è necessario prevenire perché dopo è tardi".

Presente alla fiaccolata anche il marito di Alice: "Non ci aspettavamo così tante persone, è davvero un onore per la memoria di mia moglie. Chi ha fatto questa atrocità deve pagare. Non conoscevo Mohamed (il 29enne tunisino principale sospettato del delitto, ndr) e neanche Alice lo conosceva; reputo ci siano stati un rifiuto e un’aggressione poi degenerata, ma non ho elementi, lascio fare agli inquirenti il loro lavoro che stanno svolgendo in maniera egregia". "Quel giorno è stato terribile – ha proseguito Nicholas – come tutti gli altri. E c’è una bambina di quattro anni da tutelare".

Nicholas trattiene a stento le lacrime, ricorda "il sorriso di Alice che non mancava mai", stringe la mano al suo avvocato Luca Lugari, che ha precisato di essere presente non come legale ma come privato cittadino.

E poi c’è la mamma Patrizia Montorsi, silenziosa nel suo dolore, la fiaccola rossa in mano, sorretta dalle amiche della figlia Alice: "Ho visto tante persone presenti, per partecipare al nostro dolore. Le ringrazio ma nessuno può consolarmi per avere perso mia figlia. Io sono perennemente accanto ad Alice, lasciatemi stare vicina a lei", ha concluso la madre, mentre accarezzava la foto della figlia che sorride.