«Botte e molestie dal vicino»: chiesto il processo

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MINACCE, aggressioni verbali ma anche fisiche, molestie sessuali, violazione delle privacy. Si è trasformato in un calvario la vita di Franca Giacobazzi e Marcello Mazzi che non pensavano di discendere in quest’inferno dopo aver contratto un mutuo di 25 anni per un appartamento a Borgo Venezia. «È un anno che va avanti questa storia e non ci spieghiamo come nonostante l’iter giudiziario sia avviato le istituzioni locali non rispondano alle nostre richieste di aiuto». Il primo esposto è partito nel luglio dell’anno scorso, a pochi mesi dal loro trasferimento nella nuova casa. «Un vicino ci ha ‘accolto’ intimandoci di lasciare libero il cortile, perché era proprietà della compagna, circostanza che non risulta da nessun atto catastale: in pratica non potevamo cenare fuori e neanche stendere la biancheria». È stato l’inizio, raccontano Giacobazzi e Mazzi, di un progressivo precipitare nell’incubo. «Nel giro di sei mesi abbiamo depositato esposti e denunce, di cui due per aggressione, dopo le quali abbiamo deciso di installare delle telecamere e alzare una recinzione». La donna riferisce anche che «da quando una volta sono stata malmenata riporto danni che potrebbero comportare la necessità di un intervento chirurgico, nonostante il quale potrei continuare ad avere dolori per tutta la vita». Nei giorni scorsi tra l’altro «siamo stati filmati mentre eravamo in casa da un componente della famiglia dei vicini, un evidente atto intimidatorio».

LA RECINZIONE è stata subito contestata attraverso un procedimento legale con urgenza e una causa ancora in corso. Intanto le denunce sono finite in tribunale e nei mesi scorsi è arrivato l’avviso di chiusura indagini: l’udienza preliminare per il vicino accusato di atti persecutori è stata fissata. «Il primo aprile 2019 siamo stati ricevuti dall’allora vicesindaco Savigni e dall’ex comandante della polizia municipale. La loro proposta è stata una mediazione tramite un professionista. Ci siamo confrontati con il nostro legale, che, conoscendo gli atti, ne ha rilevato l’inutilità».

I risvolti recenti della inquietante vicenda riguardano alcuni lavori che da marzo i vicini stanno svolgendo nella loro abitazione: «Parte degli interventi sono stati eseguiti anche sulla nostra proprietà, senza comunicazioni di sorta. I due coniugi hanno «più volte richiesto l’intervento dei vigili urbani e delle forze dell’ordine per i rumori e la sporcizia perché i lavori si svolgono con musica alta e senza alcun rispetto degli orari e dei giorni di riposo». L’inizio dell’iter giudiziario è a ottobre: «Ma intanto dobbiamo continuare a stare zitti e subire?». Mazzi e Giacobazzi hanno chiesto a giugno, «a pagamento», un sopralluogo dell’Ausl, che ha potuto constatare la situazione del loro terrazzo. «Vi sono oggetti accatastati come se fosse un garage, piante malcurate, una sabbiera per gatti in esposizione, spesso sporca anche sotto il sole: da qui ristagni d’acqua che provocano il proliferare di insetti e zanzare, gli escrementi in giro e animali morti recuperati dai gatti».

Gianpaolo Annese