
Sul palco dell’Auditorium Volmer Fregni di San Prospero domani sera alle 20.45 lo spettacolo ’Brevi giorni e notti lunghe’, già...
Sul palco dell’Auditorium Volmer Fregni di San Prospero domani sera alle 20.45 lo spettacolo ’Brevi giorni e notti lunghe’, già vincitore del premio Direction Under 30 2016 del Teatro Sociale di Gualtieri e finalista al Maldipalco Teatro Tangram di Torino. Messo in scena della Compagnia Lumen, per la regia e scenografia di Elisabetta Carosio, protagonista Gabriele Genovese (foto), racconta un paese di straccioni, porci e re. "Verso la fine degli anni ‘50 – spiega la regista –, in un tempo in cui si esce dalla guerra e un mondo arcaico, ma anche ricco di fascino, si avvia a scomparire, zio Mario racconta le sue storie. Lui è il capostipite di una stirpe di narratori che da lui hanno ascoltato ciò che raccontano oggi a noi. Sono tante le storie di zio Mario e sono storie di uomini e animali che potevano convivere e parlare. Sono storie un po’ vere e un po’ inventate, perché non c’è storia reale che in bocca a un buon narratore non diventi anche romanzo".
Al centro della trama la storia di un paese che, anche se apparentemente non esiste più, prende vita, in noi stessi e nelle nostre città, attraverso gli sguardi che giudicano, la violenza del quotidiano, le strade che dividono e fanno incontrare metaforicamente miserabili e signori. E continua a vivere anche nello spazio in cui si è capaci di commuoversi per un amore puro, per un sogno autentico, in cui si può sorridere dei propri difetti, delle piccole menzogne e della vita. La sua piazza è teatro di un’umanità afflitta, eppure capace di grandi sogni. Ogni sera, all’imbrunire, arriva la ’strazzata’: una donna costretta ad abbandonare il figlio del quale attende, cieca, il ritorno. Ogni mattina suo fratello, il barbiere del paese, apre bottega e riceve i clienti. Al pomeriggio è la volta di Don Ferdinà, l’ammazzatore di porci, tornato dall’America portando con sé fino al paese il juke box. E poi c’è Gangiulina la maga, capace di togliere il malocchio, c’è zio Mario detto ’tre orecchie’, perché sa ascoltare le storie degli animali, e tra tutti gli animali c’è il porco alla cui uccisione si riunisce tutto il paese, e la cui storia diventa una storia di sogno".
Alberto Greco