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Cantieri bollenti: "Servono zone d’ombra contro i colpi di calore"

I consigli dell’Ausl: "Non basta l’interruzione negli orari più caldi. Mai lavorare da soli, occorre bere di frequente e indossare vestiti leggeri".

I consigli dell’Ausl: "Non basta l’interruzione negli orari più caldi. Mai lavorare da soli, occorre bere di frequente e indossare vestiti leggeri".

I consigli dell’Ausl: "Non basta l’interruzione negli orari più caldi. Mai lavorare da soli, occorre bere di frequente e indossare vestiti leggeri".

Lavorare in estate comporta, in numerosi settori – dall’edile al florovivaistico, ma anche nell’industria e nei piazzali della logistica – un rischio di esposizione al caldo dannoso per la salute. Per questo, dal 2 luglio al 15 settembre è in vigore l’ordinanza regionale che impone lo stop dei lavori nelle fasce orarie più calde delle giornate che si riveleranno a rischio alte temperature, secondo le mappe nazionali. Se molte aziende del territorio si sono già organizzate, in particolar modo spostando le ore di lavoro in fasce più fresche, il controllo del rispetto dell’ordinanza sarà effettuato da enti preposti e forze dell’ordine, con controlli programmati o dietro segnalazione. Uno di questi organi preposti è l’Azienda USL, che da anni è attiva nell’informare lavoratori e datori di lavoro sulle pratiche di buona prevenzione e sul riconoscimento dei sintomi precoci del ‘colpo di calore’. "Rilanciamo anche quest’anno un vademecum pensato per riconoscere i sintomi precoci di un colpo di calore, come intervenire ma soprattutto come prevenirlo. Volutamente questi consigli sono stampati in più lingue, per essere di aiuto anche ai lavoratori stranieri che magari non sono preparati al clima della Pianura Padana in un periodo così caldo", spiega il Direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza dell’Ausl, dott. Luigi Roccatto.

"Ai lavoratori si consiglia di indossare copricapi e vestiti leggeri e traspiranti, fare le pause previste al riparo dal sole e bere frequentemente acqua fresca. Si sottolinea anche come, in caso di malessere, occorra fermarsi e avvisare i colleghi; nonché si suggerisce di non lavorare – se possibile – da soli, in modo che in caso di necessità ci sia qualcuno. Ai datori di lavoro si consiglia di fare informazione sul problema del caldo e formare un responsabile per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche, evitare il più possibile di programmare attività nei momenti più "pesanti", predisporre acqua fresca e aree al riparo dal sole, specialmente per pause e pasti. Per le mansioni più gravose, poi, si suggerisce di predisporre una rotazione fra i lavoratori". Il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) è attivo nel monitoraggio del rispetto delle direttive regionali. "E specialmente per gli ambienti di lavoro al chiuso, come officine o forni – continua Roccatto –, dove, oltre ai controlli canonici, in caso di irregolarità le segnalazioni arrivano direttamente dai lavoratori. È anche vero che le aziende sono, sul territorio, generalmente attente alle direttive territoriali: esistono molte realtà "vincolate" alla presenza di calore, come i forni del distretto ceramico o i servizi legati alla siderurgia e alla meccanica, dove l’attenzione è legata all’aumento del disagio – e del rischio – col forte caldo. Allo stesso modo, l’attenzione è da tenere alta dove il problema è l’opposto: i reparti (come nell’alimentare), dove invece la temperatura è per forza bassa".

Francesco Lolli

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