Caso ’White list’, via al processo. Giovanardi: "Solo lecite opinioni"

L’ex parlamentare deve rispondere di rivelazione di segreti d’ufficio e oltraggio a pubblico ufficiale. L’avvocato Iovino: "Dimostreremo che ha operato nell’interesse delle aziende, non per altri fini".

Caso ’White list’, via al processo. Giovanardi: "Solo lecite opinioni"

Caso ’White list’, via al processo. Giovanardi: "Solo lecite opinioni"

E’ tornato in tribunale il caso dell’ex senatore Carlo Giovanardi, a processo per minacce a corpi dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio e oltraggio a pubblico ufficiale. L’accusa in sostanza è di aver fatto pressioni attraverso interventi e opinioni per rimettere nella ’white list’ della Prefettura alcuni imprenditori colpiti dalle interdittive antimafia, ma non indagati. La Corte costituzionale si era espressa in merito alla processabilità o meno dell’ex parlamentare dichiarando ammissibile il conflitto tra poteri dello Stato, sollevato dal tribunale di Modena nei confronti del Senato che, un anno fa, aveva dichiarato insindacabili le dichiarazioni di Giovanardi. Pertanto la deliberazione del Senato era stata annullata. Per l’ex senatore è stato chiesto il giudizio immediato e ieri gli avvocati di Giovanardi hanno chiesto una nuova istruttoria per valutare il quadro probatorio, sollevando poi questioni preliminari di vario genere. La difesa, rappresentata dagli avvocati Massimiliano Iovino e Marilisa Tenace, ha chiesto infatti la nullità del capo di imputazione per genericità e indeterminatezza dello stesso. Inoltre i legali hanno posto all’esame del tribunale una questione legata alle modifiche della riforma Cartabia, relativamente al cambio di collegio intervenuto nel frattempo. Terzo argomento posto ai giudici è relativo alla inutilizzabilità di alcune video registrazioni e mail, atti di indagine acquisiti nel fascicolo dibattimentale rispetto alle quali pende anche davanti al Senato una questione sulla garanzia prevista dall’articolo 68 della Costituzione. In sostanza, se il Senato non dovesse autorizzarli risulterebbero inutilizzabili ai fini della decisione. Il collegio si è riservato la decisione, che verrà sciolta all’udienza del 26 giugno. "Riprendiamo il processo confidando di riuscire a dimostrare che l’ex senatore ha operato in maniera corretta e lecita nell’interesse di aziende del territorio e non per altri fini" afferma l’avvocato Iovino.

"Non si capisce ancora di cosa sarei accusato – afferma Giovanardi – visto come aveva votato il Senato della Repubblica sostenendo che tutte le mie attività erano opinioni espresse da un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni. Questo è un processo fatto alle opinioni ed ora ho riportato il caso nuovamente al Senato. Come nel caso di Renzi e del senatore Esposito del Pd la Corte Costituzionale ha stabilito che le intercettazioni telefoniche fraudolentemente attinte non possono essere autorizzate senza l’autorizzazione della camera di appartenenza, che mai hanno chiesto.

La questione è una: in un paese civile democratico sono gli eletti del popolo che possono criticare le prefetture o viceversa sono i prefetti a controllare i parlamentari? L’Articolo 68 della Costituzione è ancora in vigore o qualsiasi pm lo può abrogare, qualificando come reato le opinioni di un parlamentare?

La mia è una battaglia per la democrazia e la difesa della Costituzione in questo paese".

Valentina Reggiani