"Centro dialisi senza alcun filtro La situazione potrebbe esplodere"

Gli infermieri: "Individuare i pazienti positivi prima che vengano allettati"

"Serve un ‘filtro all’ingresso del reparto Dialisi al fine di individuare pazienti sospetti altrimenti la situazione potrebbe in breve tempo esplodere". E’ questo l’appello degli infermieri del centro dialisi del Policlinico che, visto il momento eccezionale e di emergenza, chiedono, senza voler scavalcare nessuna figura dirigenziale, di poter ottenere ed organizzare un filtro per l’individuazione dei pazienti sospetti, appunto, all’ingresso del reparto e nella sala d’aspetto controllando inoltre l’ingresso di parenti e personale delle ambulanze. Una richiesta che nasce dopo diversi confronti tra gli operatori sanitari, nel tentativo di ridurre il più possibile l’ingresso di pazienti sospetti e parenti all’interno delle stanze di dialisi, cercando così di ridurre il più possibile il rischio di contagio ed allo stesso tempo cercando di creare un clima più sereno e sicuro nello svolgimento delle attività. "All’ingresso non vi è alcun tipo di controllo sui pazienti e tra i corridoi della dialisi si respirano tensione e preoccupazione – spiegano gli infermieri – La richiesta è volta a creare un clima collaborativo, sereno e sicuro in questo difficile momento, che spaventa tutti noi ma che richiede da parte di tutto il mondo sanitario uno sforzo ancor maggiore. Sulla base dell’emergenza che tutto il mondo sanitario vive, infatti, la Dialisi di Modena si trova ad affrontare un back office di ingresso pazienti diretto.

Il cittadino quindi arriva autonomamente o con l’ausilio di mezzi e ambulanze e transita nel padiglione del Policlinico. Eppure ci sono strutture che già si sono attrezzate, in primis l’ospedale di Carpi che per la dialisi ha aperto un secondo ingresso con un triage, ovvero una figura infermieristica che valuta prima che il paziente entri come sono le sue condizioni onde evitare un contagio".

"E così – spiegano – è avvenuto pure a Sassuolo e Baggiovara, che ha tensostrutture. La dialisi di Modena, invece, ‘intervista e processa’ il paziente quando è già allettato. Quindi viene a decadere il pre- filtro fondamentale in questo stato di emergenza. Circa un’ottantina di persone tra infermieri, medici e sanitari os chiedono che si intervenga il prima possibile visto che il Policlinico lo ha fatto per altri padiglioni: la dialisi a Rimini, per lo stesso motivo, è in quarantena". Gli infermieri fanno quindi riferimento ai dispositivi di protezione individuale: ‘Pian piano stanno arrivando ma hanno tardato e gli stessi infermieri della Dialisi, oltre ad operare nel padiglione specializzato girano per tutto il Policlinico. La figura dell’infermiere di dialisi è importante quanto quello di terapia intensiva: l’attività renale è una delle prime colpite in un paziente che ha contratto il Covid-19. Occorrerebbe pure limitare o contingentare l’accesso ai parenti e agli accompagnatori dei pazienti stessi per non correre ulteriori rischi. Il personale è stressato e sotto tensione per una situazione che ancora non ha trovato una risposta efficace: abbiamo bisogno di lavorare in sicurezza per offrire sicurezza".

Valentina Reggiani