Centro, in dieci anni persi 95 negozi Ma è boom di bar e ristoranti

Ricerca di Confcommercio sul tessuto economico del cuore della città: «Il turismo premia i locali» I tabaccai sono rimasti stabili, crollano gli alimentari e le attività che vendono giocattoli

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di Vincenzo Malara

Come sta il tessuto economico del cuore cittadino? Conviene ancora aprire un’attività in centro? E i ristoranti? Hanno tratto beneficio dall’aumento dei turisti affascinati da Duomo, Ghirlandina, musei e Palazzo Ducale? Lo stato di salute del pezzo di città che vive e lavora all’ombra della Ghirlandina è protagonista di un’indagine di Confcommercio che copre praticamente l’ultimo decennio.

Nell’analisi si rincorrono luci e ombre, segno di come il centro storico sia una sorta di Giano Bifronte, contesto perfetto per determinate realtà, un po’ meno per altre che hanno sofferto concorrenza esterna e cambiamenti del mercato.

In particolare, sono 95 le attività che hanno abbassato le saracinesche dal 2008 a oggi, mentre il comparto ristorativo-alberghiero ne ha guadagnate 76, percentualmente maggiore di quello medio registrato a livello regionale.

Nel dettaglio, sul fronte commercio i negozi (di varie tipologie) sono passati da 731 a 626, quasi 100 in meno negli ultimi undici anni, che equivalgono ad una contrazione pari al 13,08%. Una percentuale, questa, più alta rispetto alla media regionale del 10,4%.

Illuminante, in tal senso, il confronto con Parma, città con caratteristiche demografiche simili a quelle di Modena e dove nel medesimo periodo considerato le attività commerciali nel centro storico sono diminuite del 9,8%. Di tutt’altro tenore il quadro dei pubblici esercizi nel cuore cittadino (bar, ristoranti, alberghi): in questo caso, infatti, l’andamento è decisamente in crescendo con ben 76 attività in più dal 2008 a oggi, pari a quasi il 30%, percentuale doppia rispetto al dato positivo medio registrato nei centri storici dei capoluoghi emiliano-romagnoli (15,79%). La positività è sottolineata anche dal confronto, ancora una volta, con il centro storico di Parma: qui l’aumento è stato solo del 14,93%.

In questo comparto - sottolinea l’indagine di Confcommercio - hanno certamente inciso i cambiamenti negli stili di vita, con la conseguenza di un sempre più cospicuo numero di cittadini orientati a consumare pasti fuori casa, ma soprattutto il notevole incremento del turismo, di cui la nostra città ha beneficiato negli ultimi anni. Quest’ultimo aspetto è confermato anche dal fatto che, nel confronto con la media regionale, ristoranti e bar al di fuori del cuore cittadino crescono percentualmente di meno, solo 8,15% a Modena, rispetto all’11,88% della media regionale.

Concentrandosi sulla tipologia delle attività, si scopre per esempio che i tabaccai sono rimasti pressoché stabili (erano 37 nel 2008 e sono 35 oggi), mentre sono aumentate le farmacie, passate dalle 12 di undici anni fa alle attuali 18. Crollate, invece, le attività che vendono prodotti alimentari e bevande (76 nel 2008, 62 oggi), così come i negozi che propongono articoli culturali e ricreativi (giocattoli in primis), che erano 53 e ora sono 39. Incremento importante per gli alberghi, passati da 12 a 22, e bar e ristoranti (229 undici anni fa e 295 attualmente), ‘rifugio’ in cima alle esigenze dei turisti alla ricerca di una pausa tra un’attrazione culturale e l’altra.