VINCENZO MALARA
Cronaca

"Centro Senada, terra di nessuno E’ una discarica a cielo aperto"

Il comitato ’Respiriamo aria pulita’ della Madonnina scende ancora in campo contro il degrado "Non è accettabile questo squallore, non vogliamo dare colpe ma è urgente intervenire"

di Vincenzo Malara

Tutto giace nell’indifferenza. Edifici abbandonati, spazi commerciali vuoti e un lotto di circa 30mila metri quadrati divorato dal cemento e una vegetazione fuori controllo. Siamo al Centro Senada in via Emilia Ovest, in quella che è a tutti gli effetti l’entrata verso la città. Il complesso, dove sono comunque presenti alcune attività pienamente in funzione, ha la metà dei suoi locali completamente sfitti da anni, oltre ad essere circondato da un contesto in mano al degrado in ogni sua declinazione. A pesare sulla struttura c’è una procedura concorsuale in corso, che ha sempre reso difficile avviare un restyling.

Ieri mattina i residenti riuniti nel comitato ‘Respiriamo Aria Pulita’ della Madonnina (famosi per le battaglie contro i miasmi delle Fonderie Cooperative), si sono ritrovati al Centro Senada per segnalare un quadro sostanzialmente immobile da più di un decennio. Il gruppo di cittadini, capitanato dall’avvocato Chiara Costetti, ha mostrato le ferite dell’area, ferite che oltre agli spazi vuoti del centro commerciale, vengono catalizzate dall’immenso lotto (in passato sede di un ex opificio) che si trova tra il Senada e la sede di Confartigianato Lapam, oggetto – per lo stato di desolazione a cui è condannato - anche di alcune interrogazioni ai tempi dell’assessore Sitta nel 2010.

"Vogliamo avviare una riflessione su questa area, da troppo tempo dimenticata", esordisce la portavoce del comitato, Costetti. "Oltre all’impegno per le Fonderie e la strada in costruzione vicino al Conad di cui continueremo ad occuparci, il nostro obiettivo è aprire un dibattito sulle riqualificazioni di qualità in città, che devono per forza passare da un coinvolgimento dei cittadini da parte del Comune e dei privati proprietari di queste aree. Qui siamo in un lotto appartenente a inizio anni 2000 a una ditta poi chiusa, un terreno che si è trasformato in una vera e propria terra di nessuno. Non è sicuramente un bel biglietto da visita per i frequentatori di questo polo commerciale e, in generale, per chi entra ed esce da Modena in auto".

Dietro al Senada il copione resta il medesimo, con una discarica a cielo aperto ‘ricca’ di rifiuti di ogni tipo, sia ingombranti che scarti industriali. In particolare, ecco un capannone completamente devastato e meta di bivacchi, teatro un anno fa, tra le altre cose, di un rave party abusivo in piena emergenza Covid. "E’ uno spettacolo indegno – rincara Costetti . Non è accettabile che una struttura di questo genere sia costretta a convivere con tale squallore". Il comitato non punta il dito contro nessuno, ma si appella sia al Comune che ai proprietari: "E’ urgente capire qual è lo stato delle cose. Non vogliamo dare colpe né all’amministrazione né ai privati che hanno in mano questi spazi, ma approfondire se ci sono margini per un progetto di riqualificazione che dia nuova vita al lotto e all’edificio, sanando e ripulendo il degrado. Per fare questo, però, è necessario coinvolgere anche la cittadinanza".

Poco lontano dal Centro Senada, tra via D’Avia e via Magellano, c’è un altro contesto fonte di preoccupazione per i residenti, il cantiere di una mega-palazzina bloccato a sua volta da circa una decina d’anni. La recinzione è danneggiata in più punti, segno di continue violazioni abusive. "Il via vai di balordi dentro e fuori lo scheletro dell’edificio è quotidiano – aggiunge Costetti -. Anche in questo caso sollecitiamo l’amministrazione ad interessarsi alla situazione per trovare una strada che possa rimettere sul mercato il cantiere. I residenti della Madonnina hanno il diritto di vivere in un quartiere bello e in ordine".