
Chiesa dei Pico, quanti ricordi Luogo del cuore con luci e penombre
Oltre cento pagine di immagini fotografiche "C’erano una volta i frati nella mia città" raccontano e tengono viva la memoria di uno dei luoghi storici della comunità mirandolese: la chiesa di San Francesco, che per tutti è la chiesa dei Pico, poiché qui vennero sepolte le spoglie e collocate le tombe di questa famiglia medioevale. Il terremoto ha assestato un colpo letale a questa chiesa, una delle più antiche della zona, risalente al Duecento, e la terza in Italia dedicata al santo di Assisi, e all’annesso convento, scoperchiando gli edifici e facendo crollare strutture cariche di secoli e di storia. Oggi si discute ancora sui ritardi e sulla ricostruzione di questo luogo di culto per il quale fin dal 2017 furono stanziati 3 milioni di euro per un primo stralcio di lavori mai partiti.
Una raccolta di firme dal basso ne contesta il progetto elaborato dalla società Gnosis Progetti di Napoli, risultata vincitrice nel concorso preliminare per la conservazione, il recupero e la valorizzazione della chiesa di San Francesco, bandito dal ministero della Cultura. Intanto, però Vanni Calanca, affermato fotografo di origini mirandolesi, oggi settantottenne ha voluto fissare con una serie di scatti che vanno dal 1972 al 2012 cosa rende speciale e unica la simbiosi tra i mirandolesi e questa chiesa, dal significato fortemente identitario.
"Io sono un fotografo da sempre e sono testimonial della Laica, una macchina tedesca – ci dice Calanca - e ho cominciato nel 1972 a provare gli obiettivi delle loro macchine fotografiche proprio dentro la chiesa di San Francesco perché c’erano delle luci particolari. Così ho finito per accumulare tantissimo materiale, parliamo di circa 5000 scatti, facendomi amico dei frati con cui ho trascorso delle giornate intere. In poche parole, ho documentato la chiesa fino al 2012. Frate Rino, uno di loro che ho conosciuto, è diventato l’attore principale del libro".
I frati lasciarono la cura di questo sito religioso nel 1994. Tuttavia, per le generazioni precedenti la chiesa di San Francesco vive nei loro ricordi. "La chiesa di San Francesco – scrive nella presentazione del libro il sindaco di Mirandola Alberto Greco - ha il potere di evocare in ciascuno di noi un ricordo. Di quando si era bambini, poi nell’età adolescenziale e quindi adulti. Un ricordo personale o collettivo, di una funzione religiosa, o di scoperta per quei segreti che solo le chiese sanno racchiudere, con i loro giochi di luci e di penombre. Giochi che ritornano in ognuna delle immagini riproposte da Vanni Calanca attraverso la sua maestria fotografica, in un volume che è un dono per Mirandola e che va ad arricchire la cultura mirandolese".
Il volume che ha ricevuto il sostegno del Comune di Mirandola e di Comet Spa di Mirandola, oggi in vendita presso Comet, si avvale dei testi di un altro mirandolese illustre, il professor Enrico Galavotti, storico dell’università di Chieti-Pescara, che ne ha ricostruito sapientemente la trama e la sequenza delle immagini.
"(I frati sottinteso ndr) Se ne sono andati – spiega Galavotti - nel 1994 e questa volta non per una scelta imposta da altri (accadde due volte in precedenza durante l’occupazione napoleonica alla fine del Settecento e nel 1867 dopo l’unità d’Italia per l’approvazione dele leggi anticlericali ndr), ma per una scelta dell’Ordine francescano.
Ma è rimasto vivo nei mirandolesi il loro ricordo e questo libro intende essere esattamente un memoriale e un rendimento di grazie verso chi ha seminato così tanto bene e per così tanto tempo nel cuore dei mirandolesi".
Alberto Greco