Cinquemila scout in festa al Parco della Resistenza

Da domani a domenica un festival per celebrare il centenario della fondazione. Un libro scritto da Sergio Volpi ripercorre la storia dell’associazione in provincia

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di Luca Bonacini

Sono passati 100 anni da quando nei locali attigui alla chiesa di San Cataldo, si costituiva il primo riparto ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani). Era il 10 settembre 1922 e 19 esploratori divisi in tre squadriglie (rondini, cervi, leoni), guidati da Umberto Bandieri, Alfredo Borsari e dal parroco francescano Padre Roveda daranno il via a un’associazione che oggi conta a Modena e provincia oltre 5000 iscritti. Un momento storico per lo scautismo modenese che verrà celebrato con eventi e iniziative, da domani a domenica al Parco della Resistenza di Modena, nel quale riscoprire un’associazione da sempre attiva nel volontariato e nella formazione dei giovani, formata da lupetticoccinelle, esploratoriguide, roversscolte, che non di rado al termine del percorso educativo, decidono di impegnarsi nel ruolo di educatori.

Tutto inizia da Robert Baden Powell che è il primo fondatore. Dopo una luminosa carriera militare, nella quale si era più volte distinto per atti di eroismo, osannato dai suoi uomini per la sensibilità e l’attenzione che sempre aveva per il prossimo, nel 1907 quando è generale, decide di congedarsi dall’esercito britannico, rinunciando alle lusinghe della politica, per dedicarsi anima e corpo alla fondazione dello scautismo, un’attività che dal 1912 condividerà con la moglie Olave. Per meriti sociali sarà nominato dalla regina Baronetto e Lord e benché ex militare, verrà candidato più volte al Premio Nobel per la Pace. Autorevole, capace di coinvolgere, rispettoso della vita umana e attento agli altri, Baden Powell trarrà ispirazione dalla sua esperienza di vita, trascorsa in luoghi lontani e in particolare in Africa, nel ruolo di formatore degli esploratori. Metterà a punto un innovativo metodo pedagogico rivolto ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, basato sulla vita all’aria aperta, sull’aiutare gli altri in ogni circostanza per trasmettere attraverso il gioco, la lealtà, la fiducia e l’autonomia. Un padre buono dell’associazionismo e dell’impegno sociale che si rivolgeva ai giovani, ma anche agli svantaggiati, sentendo l’urgenza di opporsi al degrado sociale ed economico in cui versava Londra ai primi del Novecento, dove un terzo dell’intera popolazione era sottoalimentata, sfiduciata e preda dell’alcolismo, un modello educativo inedito, per preparare le nuove generazioni ad affrontare il mondo, capace di saper accogliere, comprendere e valorizzare allo stesso modo: ’…un adolescente timido, un ragazzo spaccone, un giovane annientato dall’anonimato…’, scrive Sergio Volpi nel suo volume ’Alle radici delle fronde – Cento anni di Scautismo e oltre nel territorio modenese’, realizzato insieme a ‘Stilescout Modena’ (Edizioni Artestampa). Un testo che verrà presentato domenica alle 11 presso la Madonna del Murazzo, nella nuova sede dell’associazione Stile Scout, proprio dove è iniziato tutto, a cui seguirà l’inaugurazione del restauro del centenario giglio bianco del campanile. Il programma di iniziative è consultabile al sito https:emiro.agesci.itscoutmodena100.