"Con Lugli una città più moderna"

Il figlio e i collaboratori ricordano l’architetto scomparso. "L’apice della sua carriera? Lavorare con il Drake". .

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di Emanuela Zanasi

Aveva il cuore dentro la città, nelle sue fondamenta e nelle sue necessità. Ed è lì, dal ‘bene pubblico’ dalle sue ‘richieste’ che traeva l’ispirazione più profonda. L’architetto Tiziano Lugli ha cambiato il volto di Modena accompagnandola nel passaggio dagli anni 60’ alla Modena moderna, degli edifici ‘futuristici’ della cultura del recupero e della rimodulazione di monumenti storici. E’ scomparso all’età di 85 anni dopo una lunga malattia nella sua casa di via del Sagittario. Lascia la moglie Marisa e i due figli Mikis, oggi alla guida dello studio di Cognento, e Manuel. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo tra i famigliari e gli amici ma anche tra tutti coloro che lo hanno apprezzato come professionista.

Quando nel 1968 svettarono i palazzi di vetro del Direzionale 70, i modenesi capirono che si voltava pagina. A capirlo prima di loro era stato l’architetto Lugli che progettò il complesso insieme a Roberto Corradi e Franco Lipparini. Nato a Soliera nel 1934 e laureato al Politecnico di Milano nel 1960, Tiziano Lugli ha lasciato un’impronta profonda a Modena progettando aree, quartieri, distretti, come il Comparto Corassori, il quartiere Torrenova, il villaggio Giardino, lo Zeta, ma anche edifici commerciali quali la sede della Tetrapak e il direzionale Modena 2. Suo è il recupero dell’ex Manifattura Tabacchi realizzata insieme ad un team di architetti tra cui Paolo Portoghesi, e ancora, l’opera che forse ha segnato il picco della sua carriera, almeno a livello simbolico: il Museo Ferrari di Maranello.

Tutti lo ricordano come un professionista appassionato e preparato, un intellettuale vero che ha legato la sua professione all’amore sincero per la sua città. A farne un ritratto lucido è il figlio Manuel. "Ha lavorato molto in ‘giro’ – racconta – ma la cosa più importante per lui era il legame con la sua terra. Era molto impegnato ma ha sempre dato tantissimo anche alla famiglia, non c’era un pranzo o una cena che non fosse a casa ma quando era sul lavoro era una macchina da guerra". Negli anni ‘70 Lugli progetta un centro a Maranello che divenne in seguito la sede del Museo Enzo Ferrari. "Avevo circa 11 anni – prosegue il figlio Manuel – ricordo che da quel progetto era nato un rapporto molto stretto con Enzo Ferrari. Ricordo i pranzi al ristorante ‘Il Cavallino’, mio fratello che allora era soltanto un bambino, sulle ginocchia di Enzo Ferrari. Per mio padre il fatto di lavorare con una leggenda vivente era stato uno degli apici della sua carriera".

A ricordare la sua figura di uomo e professionista è anche l’architetto Massimo Calzolari, allievo e in seguito collaboratore di Lugli. "Tiziano per me è stato un maestro professionale e di vita – le sue parole – una persona di grande cultura, rigorosa sul lavoro ma aperta, non legato ad alcun stereotipo, stile o moda; rifuggiva queste logiche e si è sempre mantenuto molto fermo sulla ricerca delle esigenze della città per poi arrivare alla scala del progetto. La città pubblica era il suo punto di riferimento, progettare una trasformazione per lui era dapprima vedere che cosa serviva alla città, poi rispondere alle esigenze dei privati". "Ha lasciato un segno di modernità nella città del secondo Novecento, interpretando lo spirito del tempo anche nell’uso dei materiali, ma ha sempre saputo coniugare valori di socialità e vivibilità", ha detto infine il sindaco Gian Carlo Muzzarelli.

I funerali si terranno oggi alle 16 con partenza da Terracielo in via Emilia Est.