"Covid, chi ha più di 50 anni faccia la quarta dose di vaccino"

Stefano Zona, infettivologo dell’Ausl: "Dai dati che ci arrivano in questa ondata autunnale i ricoveri e i decessi riguardano proprio chi, in questa fascia di età, non ha fatto i booster"

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di Gianpaolo Annese

"La quarta dose del vaccino anti-Covid è consigliabile a tutti, ma soprattutto agli over 50. Dai dati che arrivano dagli Stati Uniti e da alcuni Paese europei si è evince che in questa ondata i ricoveri e i decessi maggiori riguardano proprio chi, in quella fascia di età, non ha fatto la terza o la quarta dose".

Il dottor Stefano Zona è infettivologo dell’Ausl di Modena. Le previsioni rimandano a un aumento di contagi nelle prossime settimane.

Dottore, stiamo per entrare in nuova ondata?

"Registriamo un aumento dei ricoveri, uno scenario che potrebbe intensificarsi per l’abbassamento delle temperature, per cui si sta più al chiuso, e per un’ulteriore diffusione di sottovarianti del virus che mette a rischio gli anziani e gli immunodepressi".

Come va la campagna per la quarta dose?

"Il nostro obiettivo è vaccinare in modo capillare attraverso gli hub e la collaborazione dei medici di Medicina generale. Manca una percentuale significativa di over 60, anche se non è facile stabilire un trend visto che molti sono stati infettati in estate, da meno di quattro mesi, e devono attendere".

Per chi è consigliabile soprattutto la quarta dose?

"Dai dati che arrivano dagli Stati Uniti e da alcuni Paese europei emerge che il tasso di mortalità e di ricovero nelle ultime ondate covid investe soprattutto chi ha più di 50 anni e non ha fatto la terza o la quarta dose. Oltre naturalmente a immunodepressi e malati oncologici".

C’è chi teme che la moltiplicazione di vaccinazioni esponga a maggiori rischi di effetti collaterali.

"I vaccini anti Covid sono estremamente sicuri. Ricordo che anche per l’antitetanica è previsto un ciclo che prevede più vaccinazioni a stretto giro e i sieri anti-covid non sono neanche paragonabili ai vaccini di 50 anni contro il vaiolo che contavano un decesso ogni 250mila persone. Gli effetti osservati possono riguardare miocarditi e pericarditi per chi ha meno di 25 anni e casi di miocarditi per chi ha fatto la terza dose, ma meno che nella seconda. Ma si tratta di complicazioni che si auto-risolvono, mai fatali".

Eppure c’è chi fa notare un continuo di morti improvvise quotidiane.

"Oggi ma anche prima della pandemia in Italia muoiono improvvisamente da 1 a 3 persone al giorno per motivi cardiaci. C’è solo un’attenzione maggiore dei media a una situazione statisticamente invariata negli anni. Da due anni si stanno vaccinando nel mondo miliardi di persone: se si fossero registrati decessi sospetti la farmacovigilanza internazionale lo avrebbe rilevato".

Ma chi ha avuto il Covid, a parità delle vaccinazioni, è più o meno protetto rispetto agli altri?

"Gli anticorpi in caso di infezione aumentano, ma non si può generalizzare. Chi per età o per patologie pregresse è più fragile diventa più a rischio se contrae anche il covid. Così come chi è stato contagiato 8 o 12 mesi fa oggi si trova ad affrontare un virus sostanzialmente diverso. La quarta dose serve proprio a proteggere da queste nuove varianti".

Il cocktail tra Covid e influenza in corso potrebbe costituire un pericolo in più?

"Sì, ma non tanto per i singoli pazienti, a parte i più fragili, quanto per il sistema sanitario che potrebbe trovarsi a gestire un surplus di ricoveri".

Cosa consiglierebbe di fare a chi oggi contrae il Covid?

"Sono previste terapie a domicilio. L’importante è fare il tampone in casa non appena si avvertono dei sintomi anche piccoli. A quel punto tramite il medico si può accedere a farmaci efficaci come il Paxlovid e il Lagevrio".