REDAZIONE MODENA

Cpl e la metanizzazione di Ischia, l’Appello conferma: l’ex sindaco non fu corrotto

Assoluzione bis anche per Arcamone, architetto comunale

Assolti: non furono corrotti. La Corte d’Appello di Napoli ha confermato ieri la sentenza di primo grado del processo Cpl Concordia, sulla metanizzazione dell’isola di Ischia, emessa a carico dell’ex sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino, oggi eurodeputato Pd, e dell’architetto comunale Silvano Arcamone. L’accusa aveva chiesto sei anni e quattro mesi per Ferrandino e due anni e sei mesi per Arcamone. I giudici d’Appello confermano, invece, l’assoluzione di gennaio 2018 dal reato di corruzione. La vicenda è relativa alla metanizzazione d’Ischia e alla realizzazione di un tratto per collegare alcune strutture alberghiere per il trasferimento di acqua termale, a un viaggio in Tunisia, mai avvenuto, ma soprattutto ai rapporti intercorsi tra l’ex presidente Cpl Roberto Casari e l’allora sindaco Ferrandino. Rapporti che, secondo l’accusa, erano stati viziati da scambi di favore attraverso una convenzione, ritenuta fittizia, tra Cpl e l’albergo di proprietà del padre e dei fratelli dell’allora sindaco, estraneo comunque alla proprietà. Inoltre, ai tempi della metanizzazione, Ferrandino non era sindaco e Casari non era il legale rappresentante della società firmataria dell’appalto. Venuto meno, quindi, anche in Appello, il castello accusatorio nei confronti di Ferrandino e Alcamone, teoricamente dovrebbe decadere l’accusa del reato di corruzione nei confronti di Casari, dell’ex Cpl Nicola Verrini e del fratello del sindaco Massimo Ferrandino, condannati a Modena per lo stesso reato. Se manca il corrotto, non ci sono nemmeno i corruttori essendo un reato congiunto. Quello che cercheranno di spiegare i legali il prossimo 16 marzo, in Appello a Bologna contro la sentenza di 1°.

v.bru.