Da Modena al mondo: addio Arrigo Levi

Ricardo Franco, nipote del grande giornalista: "Rifiutava la chiusura e le barriere. Amava la sua città e sarà sepolto qui".

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di Paolo Tomassone

Se ne è andato Arrigo Levi, un modenese cittadino del mondo. Aveva 94 anni, è stato giornalista colto e raffinato, per lunghi anni consigliere della Presidenza della Repubblica sotto i Presidenti Ciampi e Napolitano. "È sempre rimasto legato alla sua città natale. Ha vissuto le molteplici identità di modenese, di italiano ed europeo senza che l’una potesse escludere o diminuire l’altra". Così lo ricorda il nipote, Ricardo Franco Levi, figlio di Alberto (uno dei sei fratelli di Arrigo), giornalista e politico.

Partiamo dalle origini, dal legame di Levi con la Comunità ebraica di Modena.

"La famiglia di Arrigo era una famiglia di ebraismo molto laico, non particolarmente osservante ma con un’identità ebraica comunque forte, tanto che furono oggetto delle persecuzioni per le Leggi Razziste del tempo. Si ricorderà che Arrigo nel 1948 si arruolò volontario nelle brigate del Negev e partecipò alla prima guerra arabo-israeliana. Il legame con Israele, con il mondo e la cultura ebraica è sempre stato molto forte ma non con un’osservanza religiosa, ancorché Arrigo avesse studiato teologia durante gli anni universitari a Bologna".

Che ricordo ha di suo zio?

"Ero molto affezionato, con lui ho avuto un legame molto forte fin da piccolo. Poi durante la mia vita professionale ho seguito le sue orme, tanto che abbiamo scritto per gli stessi giornali, il ‘Corriere della sera’ e ‘La Stampa’. Ho avuto anche il privilegio di essere suo direttore: quando io fondai ‘L’Indipendente’ Arrigo con un gesto di straordinaria generosità e di partecipazione al progetto di un giornale che voleva essere ispirato ai modelli di qualità anglosassone scelse di venire con noi e partecipò all’avventura come firma di punta del giornale. Nei primi numeri fece un’intervista all’avvocato Gianni Agnelli in cui annunciò che il suo successore sarebbe stato il fratello Umberto. E poi fece una lunghissima intervista al segretario del partito socialista Craxi. Insomma era un grande giornalista, come del resto tutti ce lo ricordiamo. È stato sicuramente una grande personalità, legato sempre anche a Modena".

Cosa diceva di Modena?

"C’è un aneddoto che amava raccontare, di quando tornò in Argentina e salendo su un autobus sentì parlare in dialetto modenese. Si avvicinò a quella persone e gli disse ‘Anche io sono di Modena’ e lui gli risposte ‘No, me a sun carpzan’, io sono di Carpi. Tra i tanti libri che ha scritto ricordo ‘Un paese non basta’: ha vissuto attraverso tante esperienze in Italia, in Inghilterra, in Unione Sovietica, in Argentina e in Israele e si sentiva legato a tutte queste diverse esperienze con un’apertura di spirito e mentale, rifiutando le chiusure e le barriere. Questo era Arrigo".

Da anni viveva a Roma.

"Sì, ma era molto legato alla città di Modena e alla nostra casa di campagna a San Martino di Mugnano. Infatti sarà sepolto proprio nel cimitero poco distante. È sempre tornato a Modena finché glielo hanno consentito le forze. Negli ultimi anni non aveva potuto venire con regolarità ma i suoi viaggi a Modena erano momenti costanti".

È stato consulente al Quirinale. Come ci si arriva a una posizione così prestigiosa?

"Ci si arriva da un lato sulla base di un enorme prestigio personale acquisito, un prestigio accompagnato da doti di equilibrio e di serenità di giudizio che lo qualificavano per una posizione di tale responsabilità all’interno della massima istituzione del Paese. E dall’altro sulla base di un’amicizia con Carlo Azeglio Ciampi prima e Giorgio Napolitano dopo che quando divennero presidenti ritennero che lui sarebbe stata la persona ideale".

A Modena è tornato anche con il presidente Napolitano.

"Sì, quando lo ha accompagnato il 19 marzo 2009 nella visita ufficiale al Cimitero di San Cataldo, alla tomba di due martiri antifascisti: suo zio Pio Donati, ebreo, e Francesco Luigi Ferrari, cattolico. È stato uno dei ricordi più belli, che ha riunito l’elemento familiare e quello pubblico".

(Altro servizio nel Qn)