Carpi, Davide Bellimbusto morto. Il patrigno: "Sentiva dolore, perché è stato dimesso"

La famiglia del 21enne deceduto dopo l’uscita dall’ospedale: faremo denuncia

Davide Bellimbusto

Davide Bellimbusto

Carpi (Modena), 7 gennaio 2019 - «Faremo denuncia tramite un avvocato perché vogliamo sapere se all’ospedale sono stati fatti tutti gli accertamenti dovuti: Davide è tornato a casa con un foglio in mano, il giorno dopo è morto e non ha mai avuto problemi di salute. Non vogliamo vendicarci ma capire».

Andrea Casarini è il compagno della madre del 21enne Davide Bellimbusto, morto la mattina del 5 gennaio nella sua abitazione in via Aporti, a Carpi, nel Modenese, stroncato da un arresto cardiocircolatorio. Il giorno prima il ragazzo era andato al pronto soccorso dell’ospedale Ramazzini perché sentiva un dolore al torace: è entrato alle 4.29, ha spiegato l’Ausl, è stato sottoposto a visite, accertamenti clinici e strumentali e «in assenza di riscontri patologici» è stato dimesso dopo meno di tre ore, alle 7.18, con invio al medico di base. «Davide ha detto che aveva dolore al petto ed è voluto andare al pronto soccorso da solo – spiega Andrea Casarini – inizialmente pensava che si trattasse di una indigestione o un colpo di freddo perché la sera prima era andato a cena fuori. Certo – spiega Casarini – non era allarmato ma sentiva un dolore al petto tale da spingerlo ad andare all’ospedale alle 4 di mattina. E quando è tornato a casa non era convinto che si trattasse di una indigestione, continuava a dire che forse il problema era un altro».

Delle tre ore trascorse in ospedale Davide non ha parlato molto con i familiari, ha solo mostrato un referto in cui sono scritti gli esami a cui è stato sottoposto. Con atteggiamento molto scrupoloso, il pomeriggio stesso è andato dal medico curante a mostrare il referto, così come gli avevano detto al pronto soccorso del Ramazzini. «Era stato sia al pronto soccorso che dal medico di base e stava meglio, quindi eravamo tranquilli», racconta Casarini con le lacrime agli occhi, davanti alla palazzina alle porte della città, in zona via Marx.

La sera del 4 gennaio gli amici chiedono a Davide di uscire, nella chat di Whatsapp, ma lui aveva declinato l’invito, spiegando di non sentirsi bene e, per questo, di voler rimanere a casa. Gli amici sapevano già che era stato poco bene perchè aveva mandato una foto dal pronto soccorso che lo ritraeva con una flebo al braccio. Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio Davide sente ancora dolore al petto e alle 4.30 scrive su Instagram ‘unstoppable’, inarrestabile, riferendosi probabilmente a quel malessere che lo tormentava. È l’ultima traccia di vita del 21enne.

«La mattina sono entrato in bagno e l’ho trovato a terra – racconta ancora Casarini – ho subito chiamato l’ambulanza e ho provato a fare il massaggio cardiaco ma non c’è stato nulla da fare». Il 118 ha ricevuto la chiamata dall’abitazione di via Aporti intorno alle 10, i sanitari si sono precipitati sul posto con un’ambulanza e l’elisoccorso. Quando sono arrivati, il 21enne era già in arresto cardiocircolatorio: inutili i tentativi di rianimarlo che sono andati avanti per oltre un’ora.

Il ragazzo viveva con la madre, il compagno della donna e il fratellino. Non aveva mai avuto gravi problemi di salute e conduceva una vita assolutamente ordinaria tra lavoro, famiglia e amici. «Ci rivolgeremo a un avvocato e presenteremo denuncia – dice Casarini –. Davide non ha mai avuto problemi di salute, vogliamo capire cos’è successo».