Dea Minerva, esposta l’ara ritrovata

Questo sabato, alle ore 17, al Castello di Spezzano verrà inaugurata l’ara votiva alla dea Minerva di Fogliano, con un allestimento della Sala romana del Museo della Ceramica. "Sarà un giorno importante – commenta Stefania Spaggiari, direttrice del Museo della Ceramica – perchè finalmente verrà esposto un bene ritrovato sul territorio che racconta sia la storia e la produzione della ceramica dall’età romana nelle colline modenesi, sia il collegamento diretto con il fenomeno delle Salse". Questa stele, ritrovata presumibilmente nel 1917 in alcuni terreni della famiglia Bisbini a Fogliano, con l’iscrizione votiva ’Al nume della dea Minerva, Hermadion pose come ex voto’, assieme ad alcuni reperti dallo scavo del Santuario di Montegibbio, rappresenta un’importante testimonianza delle forme di culto e della produzione ceramica nel Modenese in epoca romana.

Parliamo di attività che secondo la tradizione ricadevano proprio sotto la protezione di Minerva, protettrice anche degli artigiani. "Dopo tanti anni si è arrivati alla resa pubblica di questa ara – spiega Spaggiari – Parliamo di un altare, ipotizziamo destinato ad un culto domestico ma che ha qualcosa di particolare: Hermadion probabilmente era uno schiavo. E’ Daniela Rigato, l’epigrafista docente dell’Università di Bologna, a raccontarci che quel tipo di nome è di origine greca ma servile. Hermadion per cui disponeva di una certa disponibilità economica, dal momento che fece realizzare da un artista un’ara votiva in pietra, collocandola vicino all’edificio dove viveva, appunto in località Monarona". Tra l’altro, riferisce Spaggiari, è possibile ipotizzare fosse un ceramista: "La ceramica, che giocava già allora un ruolo importante, è probabile gli avesse concesso risorse economiche che altri non avevano". Per la direttrice del Museo, questo ritrovamento racconta una storia trasversale: "Non si parla solo dell’ara ma di un intero territorio".

Ylenia Rocco