JACOPO GOZZI
Cronaca

Dig Festival, affluenza record: "Tanti eventi erano sold out"

Il direttore Alberto Nerazzini: "I risultati sono davvero esaltanti, oltre le nostre più rosee aspettative. La rassegna è durata cinque giorni, uno in più rispetto alla precedenti edizioni, ed è stato apprezzato"

Il direttore Alberto Nerazzini

Il direttore Alberto Nerazzini

Modena, 24 settembre 2024 – Grande successo per ‘J’accuse’, la decima edizione di Dig Festival che si è conclusa domenica. Quest’anno, la rassegna internazionale dedicata al giornalismo investigativo e di reportage, ospitata per la quinta edizione consecutiva a Modena, ha superato i risultati, già positivi, del 2023 con un’affluenza record di pubblico che ha fatto registrare il tutto esaurito nella maggior parte degli oltre cento eventi in programma. Dopo mesi di intenso lavoro, grande soddisfazione per lo staff e la direzione artistica del festival.

"I risultati – racconta il direttore artistico di Dig Festival, Alberto Nerazzini – sono esaltanti. Innanzitutto, l’edizione 2024 è iniziata mercoledì sera e ha visto una giornata di eventi in più rispetto alle precedenti: proprio a partire da quest’anno, infatti, la rassegna durerà cinque giorni, e non quattro. Venendo ai numeri, i dati sono ancora parziali, ma sensazionali: se l’anno scorso avevamo sfiorato gli 11mila visitatori, questa edizione ha ampiamente superato i 13mila, con un incremento del 44% delle presenze al cinema durante le proiezioni". Il titolo del festival riporta alla memoria la celebre lettera aperta di Émile Zola, ma si collega a temi estremamente attuali, uno su tutti, il conflitto tra Israele e Palestina.

"Il titolo ‘J’accuse’ – chiarisce Nerazzini – è stato scelto sia per rendere omaggio ai giornalisti che si espongono nella ricerca della verità, sia per ricordare tutti quelli che sono stati uccisi nei territori palestinesi occupati e in Medio Oriente. A tal proposito, Francesca Albanese, probabilmente l’ospite più attesa della rassegna, ha pubblicato insieme a Christian Elia un libro intitolato ‘J’accuse’ che narra con grande lucidità la situazione in Palestina. A partire dal suo intervento, in questi giorni abbiamo dedicato ampio spazio a tutti quei giornalisti che sono riusciti a narrare la realtà palestinese, ma anche a coloro che si sono battuti per la verità attraverso altri canali, come l’arte: uno su tutti Gianluca Costantini che ha portato a Modena una mostra con i ritratti di tutti i giornalisti palestinesi uccisi dopo il 7 ottobre". Oltre alla Palestina, due focus importanti della rassegna sono stati il cambiamento climatico e la lotta alla criminalità organizzata. "La riflessione sul clima – sottolinea il direttore artistico – è da anni al centro della nostra programmazione; come se non bastasse, questa edizione si è aperta durante l’allerta meteo, con il pensiero costantemente rivolto all’alluvione in Romagna. Venendo alla lotta alla criminalità organizzata, invece, abbiamo avuto il piacere di ospitare relatori di spicco come Nino Di Matteo, che mercoledì sera ha inaugurato i lavori del Festival".

Non poteva mancare anche una parentesi dedicata al giornalismo locale "imprescindibile, perché molte delle inchieste più importanti nascono proprio dal lavoro di chi, grazie allo stretto rapporto con le fonti e alla profonda conoscenza del contesto, opera ogni giorno sul territorio. Per le le prossime edizioni continueremo a impegnarci per alzare il livello del Festival".