"Discarica, dissequestro inaccettabile"

Finale Emilia, le motivazioni del tribunale di Modena non convincono l’Osservatorio ’Ora tocca a noi’ che pensa a una nuova manifestazione

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La lettura dell’ordinanza di dissequestro della discarica HeraFeronia di Finale Emilia, emessa dal Tribunale ordinario di Modena "provoca sconcerto ed incredulità". A dirlo è l’osservatorio civico ’Ora tocca noi’: "Mai vista una cosa simile. La motivazione che ha indotto il giudice è legata ad un verbale della Conferenza dei Servizi tenutasi l’8 febbraio 2022, nella quale sembrerebbe che Arpae abbia sentenziato che dopo vari anni di verifiche analitiche, i superamenti delle Csc (concentrazione di soglia di contaminazione) di numerosi inquinanti nelle falde acquifere, non sarebbero correlabili a fenomeni di contaminazione provenienti dalla discarica. Di fatto saremmo di fronte al primo caso mondiale di ’inquinamento naturale’. Tutto questo è insopportabile", dice il comitato.

"In primis fa scalpore constatare che il Tribunale di Modena prenderebbe per buono il giudizio di Arpae su questo inquinamento, quando alcuni funzionari dello stesso ente sono imputati nel procedimento giudiziario in corso che riguarda proprio la discarica di Finale Emilia. Altro suggestivo interrogativo è chiedersi quale sia stata la posizione tenuta dall’amministrazione comunale di Finale Emilia nella Conferenza dei Servizi. La giunta Poletti che a parole si proclama contro l’ampliamento della discarica, sembrerebbe essere rimasta passiva e silenziosa in sede di Conferenza dei Servizi. Molte sono le argomentazioni documentali che la giunta Poletti poteva presentare per controbattere in maniera decisa le inaccettabili conclusioni della Conferenza dei Servizi, cosa che non ha fatto, come peraltro non ha nemmeno provveduto ad informare i cittadini sull’andamento delle discussioni avvenute nella Conferenza stessa". L’Osservatorio aggiunge: "Intanto va ricordato che nell’ambito del procedimento giudiziario in corso, la difesa di alcuni imputati punterebbe sull’inquinamento non antropico, basandosi esclusivamente su due elementi ferro e manganese, dimenticando che sono molteplici gli inquinanti che sono stati rilevati nelle acque di falda con valori superiori alla normativa vigente. A questo proposito nel verbale della Conferenza dei Servizi del 30 aprile 2020 viene riportato il superamento della Csc in vari piezometri di molteplici sostanze inquinanti nelle falde acquifere, tra cui il triclorometano, il cromo esavalente, piombo, antinomio, tutti elementi e sostanze che non sono certamente riconducibili a fattori naturali, ma considerati invece indicatori di inquinamento antropico. Ma c’è poi un’altra documentazione che dimostra come l’inquinamento di tutta l’area sia collegata direttamente alla discarica. Nel documento redatto da Arpae dal titolo ’Valutazioni relative ai monitoraggi sulle matrici acqua e atmosfera presso la discarica di Finale Emilia’, relativo all’anno 2014, si afferma che in vari piezometri sia profondi che superficiali, viene segnalata la presenza di Cvm (cloruro di vinile monomero) con concentrazioni superiori ai limiti normativi. Anche in questo caso non si può certo affermare che l’inquinante cloruro di vinile monomero sia di origine naturale. Un altro documento chiave è il ’Rapporto sull’impatto ambientale’ presentato dal gestore della discarica Feronia datato 23 gennaio 2018, nel quale viene affermato che relativamente al superamento dei valori dei cloruri non si possa escludere l’interferenza della discarica".

L’Osservatorio civico auspica un ricorso in Cassazione da parte della Procura di Modena contro questo dissequestro e nel frattempo chiamerà alla mobilitazione i cittadini di Finale Emilia e della Bassa Modenese per una manifestazione di protesta.