La faccia, immaginiamo, sarà quella ‘un po’ così’ che, cantava Paolo Conte una volta, ‘abbiamo noi prima di andare a Genova’. Perché il Sassuolo di Davide Ballardini sotto la Lanterna, e dentro al Marassi rossoblu di gioca, di fatto, la stagione (se non vince si fa difficilissima, se non vince e vincono le altre ‘game over’), e perché Davide Ballardini, con Genova, e soprattutto con la Genova rossoblu, ha un feeling tutto speciale. "Una volta ho guardato la curva dietro i miei occhiali e mi sono commosso", ebbe a dire il tecnico ravennate, che a Genova ha firmato salvezze epiche garantendosi la gratitudine eterna di una piazza che lo ama, riamata, e per la quale resta ‘lo zio’.
Quello che, arrivato da un’altra città di mare come Ravenna, delle sue 366 panchine in carriera, una su tre, è stata genoana. Ed è quantomeno curioso che il tecnico romagnolo vada a giocarsi l’ennesimo snodo decisivo della sue esperienza sassolese proprio nella ‘sua’ Genova. Quella che lo venera, gli ha dedicato slogan e magliette memore di quattro stagioni (nessuna per intero, in perfetto Ballardini-style) importanti, impreziosite – e qui siamo al folclore, ma nel calcio c’è anche quello – da memorabili scazzi sia con il presidente genoano Preziosi che con l’altra metà del pallone genovese, ovvero la Sampdoria. Ma mica è stato solo folclore, quello del ‘Balla’ genoano, ma sono state quattro stagioni a loro modo indimenticabili, soprattutto per una piazza che ‘lo zio’ lo segue – lo si vede dai social – con grande attenzione. La prima nel 2010/11, il Grifone chiude decimo grazie soprattutto ai 40 punti che Ballardini ottiene in 28 gare, le seconda due stagioni dopo, le panchine sono 17, i punti 21. Un altro ritorno nel 2017/18, quando il ‘Balla’ marchia il suo terzo ritorno sotto la Lanterna con 31 punti in 26 gare e l’ultimo nel 2020/21: 35 punti in 25 gare prima dell’ennesimo addio.
L’ultimo incrocio da avversario, a Marassi, per Ballardini, 10 anni fa: rossoblu la panchina, ma è quella del Bologna sulla quale è seduto il sergente di Ravenna, 0-0 il risultato finale. Era il 4 maggio 2014: dieci anni dopo, riecco ‘lo zio’, che chiede strada a coloro a favore dei quali, per quattro stagioni e anche quando sembrava impercorribile, l’ha tracciata. Casi del destino, mai così beffardo: schivarlo, per tanto per il Ballardini mago delle salvezze quanto per il Sassuolo attardato in classifica, è l’unica possibilità di ribellarsi ad un finale di stagione che la vittoria sull’Inter non ha ancora scritto.
Stefano Fogliani