Modena, beatificazione di don Giorgio Govoni. "Considererò l’idea"

Il vescovo: "Se ci sono le condizioni la petizione sarà valutata"

Il vescovo è pronto a considerare l'idea della beatificazione (Foto Fiocchi)

Il vescovo è pronto a considerare l'idea della beatificazione (Foto Fiocchi)

Modena, 28 agosto 2019 - Nella terra di Gesù, dove è stato in pellegrinaggio, monsignor Elio Castellucci ha saputo dai racconti dei fedeli che nella Bassa modenese si stanno raccogliendo da alcuni giorni, e fino a fine ottobre, testimonianze su don Giorgio Govoni che formeranno un libro mirato a far conoscere la ‘statura’ umana e spirituale del sacerdote morto d’infarto il 19 maggio 2000 dopo la richiesta a 14 anni di carcere con l’accusa di pedofilia.

E al contempo della petizione sulla piattaforma on line www.change.org diretta a Papa Francesco (ieri 52 firmatari) lanciata lunedì da un giovane di Sassuolo, Giacomo Vandelli, per chiedere la beatificazione di don Giorgio Govoni. Nelle terre che subirono la vicenda pedofili, in tanti vorrebbero l’amato sacerdote ‘beato’: un ‘titolo’ più che meritato considerato il martirio. «Ho sentito di questa iniziativa pochi giorni fa», dichiara il vescovo Don Erio rientrato lunedì da Israele.

I fedeli che erano al suo fianco lo descrivono particolarmente interessato, come lo è d’altronde di ogni vicenda umana. «Sta studiando la documentazione, perché non era qui vent’anni fa e non conosce bene la storia», dichiara Antonella Diegoli di Finale Emilia, tra i pellegrini. «Gli abbiamo raccontato – continua – quanto accaduto e del desiderio di un riscatto proclamandolo ‘beato’. Il Vescovo ha fatto sapere che «se ci sono le condizioni previste dai documenti della Chiesa, riguardanti la fama di santità, la petizione potrà essere considerata dall’ufficio diocesano per le cause dei Santi. Per ora la richiesta non è stata ancora avanzata alla Diocesi».

Don Erio, insomma, non si tirerebbe indietro qualora ci fossero tutte le condizioni. Il titolo di ‘beato’ ne autorizzerebbe il culto pubblico nell’ambito della Chiesa, ma per don Giorgio si può affermare che questo è già iniziato 19 anni fa. Ogni mese, infatti, viene fatta celebrare una messa e il 19 maggio si tiene un pellegrinaggio a XII Morelli, dove è sepolto. Se la notizia della raccolta delle testimonianze, da parte di Monsignor Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì, aiutato da Cesare Gasparini, braccio destro di don Giorgio è stata salutata dai fedeli della Bassa con gioia non sono mancate le voci fuori dal coro.

Il Comitato ‘Voci Vere’, composto da alcuni dei 16 bambini strappati alle famiglie negli anni ’90 e da alcuni genitori affidatari, che continua a sostenere la tesi dei bambini uccisi al cimitero di Massa Finalese durante i riti pedopornografici (ipotesi di reato caduta) dichiara «falsa e tendenziosa la notizia dell’assoluzione di don Giorgio. Il prete – riporta il post – morì prima della sentenza di primo grado e questa dichiarò l’estinzione del giudizio per morte del reo. L’appello proposto per suo conto fu dichiarato inammissibile con conseguente conferma del primo grado. Perciò nessuna condanna né tanto meno assoluzione».