"Duplice omicidio, il Comune parte civile"

L’amministrazione di Castelfranco annuncia che parteciperà al processo "Una tragedia che deve concretizzarsi in azioni, a partire dalle scuole"

di Valentina Reggiani

Sono state effettuate ieri le autopsie sui corpi di mamma e figlia, Gabriela e Renata Trandafir vittime del terrificante duplice femminicidio di Cavazzona di Castelfranco. La Procura ha nominato i periti giovedì e ieri, appunto, è iniziato l’esame autoptico che probabilmente determinerà da quanti colpi d’arma da fuoco siano state attinte le donne. La causa del decesso è purtroppo tristemente nota. Le parti, ovvero l’avvocato Marco Rossi per l’indagato Salvatore Montefusco e il legale Annalisa Tironi per la famiglia delle vittime non hanno nominato consulenti. I periti della Procura si pronunceranno tra novanta giorni. Giovedì mattina l’assassino delle due donne, Salvatore Montefusco, nei confronti del quale è stato confermato l’arresto e disposto il carcere, aveva ripercorso nell’interrogatorio di garanzia tutti gli attimi dell’agghiacciante mattanza nel giardino della villetta di Cavazzona. Il 69enne ha spiegato di aver ricaricato il caricatore del fucile a canne mozze almeno due volte – contiene quattro proiettili – sparando contro le due vittime, appunto, otto colpi. L’ex imprenditore edile ha sottolineato di aver afferrato l’arma dopo che Gabriela e Renata, di ritorno dal proprio legale, in vista dell’udienza della separazione, gli avevano fatto presente che presto se ne sarebbe dovuto andare da quella casa. Dopo di che – con una lucidità ‘spaventosa’ – Montefusco ha raccontato di averle rincorse in cortile per poi sparare ad entrambe. Renata sarebbe stata attinta dall’ultimo e terzo colpo alla testa mentre cercava di fuggire nel giardino del vicino. Nelle prossime ore le salme delle vittime saranno probabilmente liberate e restituite alla famiglia per poi dare loro degna sepoltura.

Intanto ieri il Comune di Castelfranco ha annunciato che sarà parte civile al processo per il duplice omicidio di Gabriela Trandafir e della figlia Renata Alexandra. Il Consiglio comunale, infatti, nella seduta di giovedì ha approvato all’unanimità la decisione, sottoscritta in fase di presentazione da tutti i Gruppi. Come evidenziato nell’ordine del giorno, si tratta di "una tragedia familiare che colpisce da vicino la nostra comunità e che scuote le nostre coscienze nell’impegno comune per il contrasto alla cultura della violenza e della violenza di genere, ovvero quella perpetrata ai danni delle donne, come manifestazione discriminatoria ed espressione più grave di relazioni di potere diseguale tra uomini e donne. Una tragedia che deve ancora di più concretizzarsi in azioni, per quanto di competenza dell’ente locale, all’interno delle scuole e nella comunità, per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, in quanto lesive dei diritti umani, della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona". Il comune fa sapere che devolveà poi l’eventuale risarcimento a sostegno delle azioni di prevenzione contro violenza sulle donne.