
"E’ un caos, i tecnici sono in balia delle diverse interpretazioni"
Come tanti tecnici, anche l’ingegnere Augusto Gambuzzi, titolare di un noto studio di ingegneria in città e già presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Modena, ha seguito un buon numero di pratiche relative alle domande di condomini per l’utilizzo del Superbonus 110%.
Il 110 ingegnere l’ha tenuto molto impegnato?
"Come tecnico ho progettato e diretto diversi lavori. Molti condomini, però, non vi hanno fatto ricorso perché, dopo che Draghi nel 2022 ha toccato la cessione dei crediti di imposta, tanti si sono tirati indietro, non avendo trovato la banca che acquistava il credito. Questo dà il senso dell’incertezza nella quale ci si è trovati ad operare".
Si possono quantificare i cantieri a rischio?
"Non ho sottomano dati, ma vedendo i cantieri che si sono attivati nel mese di dicembre direi che sono numerosi i cantieri non ancora ultimati. E’ un caos. Diciamo che questa norma sotto l’aspetto tecnico è nata male e sta morendo peggio. L’idea era buona, quella dello Stato che dà un contributo per un miglioramento anche del contenimento dei consumi energetici e, soprattutto, anche di un consolidamento dei fabbricati. Però hanno promulgato una legge fiscale, allegando delle norme tecniche. Siamo due mondi diversi. Io vengo da 12 anni impegnati nella ricostruzione e in quel caso avevamo un progetto approvato e con quello si poteva andare avanti. Col superbonus non è così. Si è in balia un po’ delle interpretazioni che vengono date. Hanno esteso i termini temporali per la verifica e quando ci sarà una verifica da parte della Guardia di Finanza fra 5 o 6 anni chi si ricorderà delle condizioni normative da rispettare? Le norme devono essere chiare".
Quali sono gli ostacoli incontrati?
"Si parlava di Cilas, Comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus 110%" da presentare entro il 25 novembre 2022, per la quale non era possibile fare integrazioni. Ora piccole si possono fare, ma hanno dato delle definizioni che non sono quantificabili. Molti progetti, pertanto, non erano completi e non si sa come andranno a finire le integrazioni. Poi ci sono le certificazioni che sono anche quelle oggetto di verifiche. Il messaggio che è stato lanciato è un messaggio sbagliato: tutto gratis e tutto a carico dello Stato ha portato a un impazzimento dei costi. Inoltre, i tempi erano troppo ristretti per fare una cosa corretta. Dal mio punto di vista era logico fare qualcosa di più studiato con un minore onere per lo Stato, stabilizzando però la norma per una decina d’anni. E’ stata definita una normativa talmente straripante che i tempi sono risultati difficili da rispettare".
Alberto Greco