GENEROSO VERRUSIO
Cronaca

Eccidio delle Fonderie. Corona d’alloro al cippo: "La difesa del lavoro è un priorità anche oggi"

Commemorazione dei 75 anni dalla strage dei sei operai avvenuta nel 1950 . Il sindaco Mezzetti: "Una ferita profonda che ha lasciato un segno nella città". Ghinelli: "Il fumettista Prevot ha disegnato delle tavole. Meritano la pubblicazione". .

Commemorazione dei 75 anni dalla strage dei sei operai avvenuta nel 1950 . Il sindaco Mezzetti: "Una ferita profonda che ha lasciato un segno nella città". Ghinelli: "Il fumettista Prevot ha disegnato delle tavole. Meritano la pubblicazione". .

Commemorazione dei 75 anni dalla strage dei sei operai avvenuta nel 1950 . Il sindaco Mezzetti: "Una ferita profonda che ha lasciato un segno nella città". Ghinelli: "Il fumettista Prevot ha disegnato delle tavole. Meritano la pubblicazione". .

Una ferita profonda nella storia e sulla pelle di Modena. Nonostante siano passati 75 anni. L’eccidio delle Fonderie Riunite continua a essere per la comunità modenese una commemorazione importante, dall’altissimo valore simbolico.

Per non dimenticare la tragedia che si consumò il 9 gennaio del 1950, quando sei operai, negli scontri con la polizia, rimasero uccisi per aver manifestato contro i licenziamenti imposti dalla direzione aziendale, le massime autorità cittadine, insieme ai familiari delle vittime e ai segretari di Cgil, Cisl e Uil, si sono riuniti ieri mattina ai piedi del cippo commemorativo per la deposizione delle corone d’alloro.

"Il dovere della memoria che esercitiamo in questo 75esimo anniversario dell’eccidio delle Fonderie ci spinge a essere sempre più attivi nel compito di custodire questi fatti e tramandarli ai più giovani", ha sottolineato il sindaco Massimo Mezzetti. "Quello che accadde in questo luogo ha lasciato un segno profondo nella nostra storia e non va dimenticato. La difesa del lavoro per cui quegli operai lottavano nel 1950 è un tema attuale anche oggi, tanto quanto quello dei morti sul lavoro".

"Come Comune", ha proseguito Mezzetti, "abbiamo voluto essere parte attiva del ricordo con la grande proiezione del documentario di Carlo Lizzani sulla facciata di palazzo dei Musei, proprio dove si tennero i funerali. Modena all’epoca seppe dare una risposta democratica, seppur nel dolore, a quei lavoratori uccisi dalle forze di polizia. Non dimentichiamoci che a quelle esequie presero parte oltre 300mila persone: fu una partecipazione di massa".

Tra i familiari delle vittime, ieri mattina in strada Santa Caterina, c’era anche Arturo Ghinelli, nipote di Arturo Malagoli. "Sono nato dopo sei mesi dopo quei tragici fatti", ha ricordato Ghinelli. "Marisa, mia mamma, era la sorella di Arturo e aveva 23 anni, due in più dello zio. Il mio nome viene da lì, da quella luttuosa vicenda".

Lo scorso agosto, proprio sul nostro giornale, Arturo Ghinelli aveva lanciato un appello alla nuova amministrazione comunale affinché si trovasse un altro luogo del centro storico, più frequentato e di maggior passaggio, dove collocare un secondo monumento alla memoria dei sei operai caduti.

A stretto giro era arrivata la risposta di Massimo Mezzetti: "Creiamo un gruppo di lavoro che coinvolga il Comune, l’Istituto storico e gli stessi familiari delle vittime dell’eccidio. Apriamo un confronto ed esaminiamo i progetti".

E oggi, a 75 anni esatti dall’eccidio, a che punto siamo? "Non ho motivo di dubitare delle intenzioni positive di questa amministrazione, con cui – va riconosciuto – sin dal principio si è creata una grande sintonia. La proposta più accreditata, al momento, è quella di erigere una lapide in piazza Sant’Agostino, di fronte al Palazzo dei Musei, all’interno di un progetto di riqualificazione generale della piazza medesima. Ciò dovrebbe avvenire entro la fine del 2025".

Ma c’è un altro desiderio, probabilmente ancora più grande, che frulla nella testa di Ghinelli. "Sono tornato a Modena da pochi giorni. Le festività le ho trascorse a Parigi con mia figlia Paola, dottoranda di ricerca alla Sorbona. È grazie a lei se qualche mese fa l’illustratore e fumettista Valentin Prevot ha conosciuto l’eccidio delle Fonderie e ha deciso di farne un fumetto. Mi piacerebbe portare queste tavole magnifiche a Modena, farle vedere a un editore della nostra città, per promuoverne la pubblicazione. Colgo l’occasione, dunque, per fare un altro appello: se c’è qualche editore interessato mi contatti, sarebbe bellissimo arrivare al prossimo anniversario con un libro. La memoria, in fondo, si nutre di monumenti e di parola scritta".