GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

Emergenza abitativa: "Non basta recuperare gli alloggi rimasti vuoti. Ora case a prezzi equi"

Il miracolo di Modena Volta Pagina: ha messo d’accordo Sitta e Righi. L’ex assessore: "Ormai in città si costruisce solo per i ricchi, inaccettabile". L’architetto: "Tornare al modello dei 3mila appartamenti Barbolini-Costi".

Emergenza abitativa: "Non basta recuperare  gli alloggi rimasti vuoti. Ora case a prezzi equi"

Emergenza abitativa: "Non basta recuperare gli alloggi rimasti vuoti. Ora case a prezzi equi"

"Dire che si può dare una casa ai modenesi solo con il recupero degli alloggi sfitti è una bella favola". Modena Volta Pagina, suo malgrado, ha realizzato l’impensabile: è riuscita a mettere d’accordo due acerrimi ‘nemici’ sul fronte urbanistico come l’ex assessore Daniele Sitta e l’architetto Ezio Righi.

Sitta torna sul dibattito sulla carenza di abitazioni a prezzi agevolati in città e rimbecca nuovamente la coalizione di Claudio Tonelli che punta sullo sblocco delle case vuote. "Un bellissimo slogan ripetuto da 20 anni da tutti coloro che si rifiutano di fare i conti con la realtà – attacca Sitta, che mette sotto accusa tutti coloro che "hanno smantellato le politiche dei Peep sostituendole con il nulla" –. Le case non si espropriano e i proprietari ne fanno l’uso (speriamo legittimo) che vogliono". Anche l’idea di rinforzare l’Agenzia Casa affinché possa fare da garante tra proprietari e affittuari e investire in alloggi da affittare per Sitta indica "mancanza totale di conoscenza di quello che fa Agenzia Casa e velleità irresponsabili. L’Agenzia Casa (a cui voglio molto bene perché è la giunta di cui facevo parte che la costruì) fa già da più di 15 anni questo mestiere e ha fatto da garante per alcune centinaia di alloggi, azzerando inoltre l’Imu a carico dei proprietari che mettono alloggi a disposizione a canoni concordati. Quindi, non vedo cosa possa fare oggi di più". Comprare case da mettere a disposizione? "Bella idea. Peccato che ci vogliano tanti soldi. Per fare una operazione minima diciamo di 300 alloggi (Mvp parla di 500)? "Bene, ci vorrebbero almeno 80 ml di euro. Dove li va a prendere Mvp?". Un piano concreto per Sitta "è fatto di alcune cose serie e precise: la dimensione (quante case si faranno/ ristrutturano e si metteranno a disposizione), in che tempi si metteranno a disposizione le case (così uno sa se si può sposare tra un anno o tra 25), la localizzazione: dove si faranno o ristruttureranno, le risorse: con che soldi si pagheranno gli interventi". Altrimenti "nei prossimi 5 anni, si continuerà a fare case solo per ricchi e a mandare i giovani che si sposano in altri Comuni. Io, che sono di sinistra, di fronte a proposte che giocano sulla pelle delle famiglie che non hanno redditi per permettersi alloggi da 400mila euro in su, provo un moto di rabbia e rivolta".

Come si diceva, il tema ha infiammato anche l’urbanista Ezio Righi che mette in guardia sulla reale quantità di case vuote in città: "Il numero 12mila è una leggenda. Le 12.330 abitazioni conteggiate dall’Istat non sono abitazioni vuote, ma quelle che non sono occupate da famiglie residenti: i quasi seimila universitari che vengono da fuori regione, dove abitano? E quanti sono gli affitti brevi per tecnici e lavoratori specialisti? Quanti sono gli stranieri presenti ma non residenti? Certamente molte migliaia, tante da azzerare il mitologico dato del patrimonio abitativo non occupato". Per dissolvere ogni dubbio "oggi sarebbe bene avviare una seria indagine". Quanto alla risposta al fabbisogno abitativo a prezzi e canoni agevolmente sostenibili "è indispensabile rilanciare un progetto identico a quello condotto da Palma Costi, assessore nella giunta di Giuliano Barbolini, che immise sul mercato 3mila abitazioni a prezzi inferiori di almeno un terzo a quelli di mercato, di cui buona parte in affitto. Era la politica dei Peep che dalla fine degli anni ’60 fino al 2004 è rimasta un pilastro delle politiche urbane e sociali del comune di Modena". Ma oggi si può fare? Secondo Righi sì: "Si tratta di dare attuazione al nuovo Pug, affermando il primato della pubblica utilità e del pubblico interesse. Questo significa stabilire il principio, mantenuto fino a 20 anni fa, che le aree appropriate ad ulteriori sviluppi urbanistici vanno cedute per tre quarti al comune, a prezzo agricolo, se il proprietario vuole beneficiare dell’edificabilità del quarto che gli rimane".

È consumo di suolo questo? "Certo che lo è, ma sono imperative ragioni di interesse pubblico ad esigerlo: la vasta quota di nuove urbanizzazioni ammesse dalla legge regionale non deve essere abbandonata al gioco degli interessi speculativi privati".