
A una settimana del voto, l’analisi del coordinatore regionale: "Centrodestra cresciuto ovunque. Mezzetti? Coalizione talmente larga che sarà difficile governare. Prova del nove su rifiuti e sicurezza"
Modena, 17 giugno 2024 – Mezzetti sindaco, centrodestra doppiato. Succedeva esattamente una settimana fa. Ma se il finale non si può riscrivere, si può analizzare meglio la trama. Tra i protagonisti della Storia c’è sicuramente Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di Fd’I e politico navigato con alle spalle almeno 6 campagne elettorali.
Barcaiuolo, si chiude un altro capitolo e il lieto fine, per voi, è nuovamente rimandato. Veniamo ai titoli di coda: ha perso il candidato Negrini o il centrodestra?
"Io dico che ha vinto Mezzetti con una coalizione talmente larga che va da Renzi a Calenda, passando per M5s fino ad Avs più due civiche. Una coalizione di questo tipo in Italia vince, lo dicono i numeri. Inoltre il Pd è in salute e, storicamente, quando va bene a livello nazionale, a Modena fa ancora meglio".
Merito dell’effetto Bonaccini?
"A livello nazionale non credo, sul nostro territorio sicuramente la sua candidatura ha influito".
Dunque, non si sente sconfitto?
"La narrazione di questi giorni secondo me è sbagliata. Fd’I nella nostra provincia risulta il primo partito in 22 comuni su 47 e rispetto alle vittoriose Politiche del 2022, sia Fratelli d’Italia che il centrodestra crescono sul territorio. Siamo leader di consensi ad esempio a Finale Emilia e in altri centri della bassa e in molti comuni della montagna".
E a Modena, si poteva fare di più?
"Si può sempre fare di più, ma il dato va analizzato rispetto al 2022 e, ribadisco, siamo cresciuti ovunque".
Se il problema non è il partito, allora torniamo alla prima domanda: forse è stata sbagliata la scelta del candidato? Si pente di Negrini?
"Assolutamente no, rifarei la stessa scelta. La sua è stata una campagna straordinaria, come mai era stata fatta in precedenza, anche a livello di investimento economico. Ma, soprattutto, di impegno e dedizione. Negrini ha fatto quello che ci si aspettava da lui, una campagna elettorale in mezzo alla gente lanciando proposte vere. Noi avvertivamo in città una voglia di cambiamento, ci si poteva aspettare un dato numericamente migliore ma la credibilità di Luca ha lasciato il segno. Sicuramente tutta la lista esce da queste elezioni con una credibilità maggiore rispetto a quella che aveva l’opposizione 5 anni fa, tanto da costituire un gruppo consiliare di qualità".
Al netto di un Pd in salute nella sua roccaforte e di un candidato che non si è risparmiato, cosa non ha funzionato allora? Alleati deboli?
"Sulla lealtà in campagna elettorale non posso dire nulla ma mi aspettavo che avessero liste più competitive. Parlo relativamente alle preferenze incassate anche dai singoli candidati. In ogni caso, ripeto, la narrazione di un centrodestra che ha fallito non è quella giusta".
Neanche a Sassuolo?
"Sassuolo è stata la vera sconfitta del centrodestra in regione".
Qui la scelta del candidato non può negare che potrebbe aver influito. Non avete fatto mistero di non gradire il Menani bis...
"Avevamo detto che secondo noi sarebbe stato opportuno un cambio di candidato, portando il tema anche a livello nazionale. Ma il principio del candidato uscente che si ricandida non ha trovato eccezioni. A quel punto ci siamo comunque messi pancia a terra per sostenere Menani con una lista molto competitiva, la migliore come espressione di preferenze se guardiamo i nostri risultati in provincia. L’obiettivo restava vincere. Abbiamo sperato che il risultato non fosse quello ma il cittadino elettore ha sempre ragione".
Sassuolo, Modena e Reggio. Contiamo tre sconfitte...
"Se mi consente, essendo coordinatore regionale, vorrei allargare lo sguardo a tutta l’Emilia Romagna".
Accordato.
"Le vittorie di Ferrara e Forlì dimostrano, al contrario, che riusciamo a vincere con continuità anche nei grandi centri".
Ora restano due partite ancora aperte, andrete ai ’supplementari’ a Nonantola e Mirandola. Previsioni?
"Sono due ballottaggi molto diversi. A Mirandola veniamo da una amministrazione uscente di centrodestra e siamo arrivati abbondantemente avanti al primo turno. Credo che Budri abbia la capacità, la forza e la competenza per guidare un Comune come Mirandola. A Nonantola, la partita è complicata. E’ storicamente una roccaforte rossa ed essere riusciti ad arrivare al ballottaggio è un dato che ci fa piacere".
Non abbiamo parlato di Cavezzo, Venturini è il primo sindaco di Fd’I in provincia. Se Sassuolo è la vera sconfitta, questa è la vera vittoria.
"E’ la testimonianza che quando si lavora bene sul territorio, anche le sfide più complesse si possono vincere. Siamo soddisfatti anche del ribaltone, più imprevisto, a Lama Mocogno, indipendentemente dal fatto che il sindaco eletto abbia o no la tessera del partito, è una vittoria del centrodestra".
La partita decisiva, per voi, ora si gioca però in Regione...
"La partita è apertissima, il Pd è forte al centro della regione, al centro di Modena, a Bologna e Reggio ma nelle altre 6 province abbiamo noi i numeri per vincere".
Vi convincono i candidati che stanno emergendo nel centrosinistra?
"A noi deve convincere il nostro e siamo sicuri che lo farà".
E lei, ha mai pensato di candidarsi a sindaco di Modena?
"Onestamente no, c’erano persone valide che potevano impegnarsi su questo obiettivo a tempo pieno, io sono 4 giorni alla settimana a Roma con un altro ruolo. Luca è e resta la vera alternativa per la città".
Che opposizione farete?
"Sicuramente di qualità. Vogliamo vedere Mezzetti alla prova dei fatti sui grandi temi. C’è la questione sicurezza che va affrontata nonostante gli sforzi del governo di mandare più agenti. Spero che, ora che è finita la campagna elettorale, riconoscano quanto è stato fatto in città. Poi la raccolta rifiuti: coloro che devono votare per un passo indietro sono gli stessi che l’hanno votata, non solo come partito ma come persone fisiche".
Dove vede Mezzetti tra cinque anni?
"Dubito che una alleanza così possa stare in piedi 5 anni, fare sintesi è complicato. Noi nel centrodestra siamo insieme per scelta, perchè abbiamo visioni del mondo compatibili. Nella coalizione di centrosinistra sono incompatibili. Pd, Terzo Polo, estrema sinistra, non votano quasi mai insieme, lo vedo in Parlamento. Sarà difficile governare".
E voi dove vi vedete tra 5 anni?
"Questa campagna elettorale la interpretiamo come una grande semina in città, con semi di alta qualità. Per vederli crescere ora vanno innaffiati e sperare che ci sia il sole".