Fondazione, finanziati progetti per 53 milioni

Il bilancio: 212 le iniziative sostenute dall’ente, che chiude il 2021 con un avanzo di esercizio di 41 milioni. Cavicchioli: "Al lavoro per il futuro"

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di Paolo Tomassone

La pandemia ha messo a dura prova il lavoro delle istituzioni e delle agenzie del Terzo Settore che hanno dovuto moltiplicare gli sforzi sul territorio, in un clima di incertezza generale. Un clima che è proseguito fino ai giorni nostri, con un aumento delle richieste di aiuto da parte delle associazioni e degli enti che si stanno spendendo per l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. È dentro a questo quadro che Fondazione di Modena si è trovata a operare per non far mancare un sostegno concreto a decine e decine di interventi in tutta la provincia. I numeri del bilancio di missione e di esercizio sono stati presentati ieri nella sede di via Emilia dal presidente Paolo Cavicchioli e il direttore generale Luigi Benedetti. Sono 212 i progetti finanziati, attraverso erogazioni per 52 milioni e 668 mila euro, la maggior parte dei quali rivolti alla ‘cura della persona’, in particolare quelli per la lotta alla povertà educativa. Un capitolo consistente è quello legato all’area ‘cultura’ per il quale sono accolti 81 progetti e finanziati con oltre 8,6 milioni di euro. All’area ‘pianeta’, che comprende le sfide legate alla sostenibilità ambientale e le attività di ricerca e innovazione sul territorio, sono stati assegnati 3,9 milioni di euro per 39 progetti in campo. La Fondazione, assieme alle Fondazioni Cassa di Risparmio di Mirandola e di Vignola e alla Provincia di Modena, nel 2021 ha messo in campo risorse proprie anche per alimentare il bando ‘Italia domani’ che ha una dotazione complessiva di 900mila euro. Risorse che serviranno per sostenere il lavoro dei tecnici – in particolare quelli dei comuni di piccole dimensioni – impegnati a candidare progetti ai bandi del Pnrr. Nei mesi più duri dell’emergenza Covid-19 la Fondazione è andata incontro alle associazioni di volontariato attraverso la sottoscrizione di diversi accordi con il Centro Servizi di volontariato. Un sostegno è andato anche alle scuole paritarie che hanno sofferto a causa del lockdown e delle mancate entrate da parte delle famiglie degli studenti. "In questo particolare contesto storico emerge con ancora più insistenza la necessità di una progettualità comune, mettendo in relazione tutti i soggetti del territorio – spiega Benedetti –. Agire separati è un impoverimento generale anche perché, come siamo riusciti a dimostrare negli anni, il welfare funziona se c’è un approccio integrato sul territorio". Nonostante i chiari di luna la Fondazione – che chiude il 2021 con un avanzo di esercizio di oltre 41 milioni di euro – presenta un attivo di bilancio di quasi un miliardo di euro e un consolidamento del patrimonio ad oltre 817 milioni di euro. "In questi anni – dice il presidente Cavicchioli – noi abbiamo posizionato il patrimonio della Fondazione su modelli di diversificazione e criteri gestionali che sicuramente rappresentano un punto di partenza. È chiaro che viviamo tempi nei quali le variabili esterne sono rilevanti, dobbiamo cercare di lavorare nelle nostre comunità per far comprendere le complessità dello scenario generale. Credo che non sia scontato in questo contesto leggere i risultati del passato più prossimo: dopo l’aumento di capitale di Unicredit la fondazione ha contribuito a mantenere una resilienza del proprio patrimonio e dall’altro è riuscita a generare flussi erogativi capaci di dare continuità a certe programmazioni del passato e del futuro della nostra comunità".