GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

L'avventura di Riccardo: "Girando il mondo ho ritrovato me stesso"

Il magico viaggio di un 27enne di Formigine, tra laghi fantastici e cibi sconosciuti

Riccardo durante la tappa in Patagonia

Formigine, 8 marzo 2018 - In Patagonia, per dire, «mi sono specchiato in laghi che sembravano dipinti dall’uomo, ho viaggiato per più di 30 ore in autobus, ho mangiato della carne mai assaporata prima, sono stato in barca costeggiando il Cile». Racconta di un viaggio soprattutto dentro se stesso Riccardo Mingarelli, 27 anni, formiginese d’origine, ex dipendente di una multinazionale giapponese a Milano per tre anni e ora in giro per il mondo dopo aver lasciato il lavoro, casa , amici e familiari. «Ho studiato economia – spiega al telefono accanto a una maestosa cascata in Argentina, vicino Buones Aires – e a Milano ero un commerciale in ambito tecnico. Prima delle ultime ferie, un tarlo mi è entrato nel cervello e mi diceva di partire. Anche quando sono tornato al lavoro a settembre, questa magnifica ossessione non mi ha abbandonato e alla fine ho deciso di lasciare tutto. Non perché odiassi la vita che facevo, anzi mi piaceva molto, ma perché sentivo che se non avessi fatto adesso questa cosa avrei avuto il rimpianto per il resto dei miei giorni».

Esattamente a metà gennaio, quando ha tracciato il suo itinerario, Riccardo ha lasciato l’Italia con il classico zaino in spalla e un diario su cui fermare il tempo (su Facebook il resoconto è su ‘One Year Backpacker – Un anno in giro per il mondo’): «Inizialmente volevo percorrere il Sud-America, l’Oceania e l’Asia. Ora però ho rinunciato all’Asia per concentrarmi su Sud America e Oceania, voglio approfondire e non limitarmi solo Argentina e Brasile, ma vivere anche la Bolivia, la Colombia». Per gli spostamenti utilizza qualsiasi mezzo, dall’autostop all’aereo, il budget giornaliero che si è imposto è di 40 euro al giorno, nel quale deve starci tutto, cibo, ostelli, spostamenti, vestiario: «Ho messo da parte un po’ di soldi, però in Oceania forse farò qualche lavoretto, le spese sono alte. Le spese variano da Paese a Paese: l’Argentina costa molta, in Bolivia invece conto di risparmiare qualcosa».

NEI 12 giorni in Argentina Riccardo impara per esempio che al «posto della pizzata fanno l’asado, che non si usa la maionese ma il chimcurry e che durante l’asado bevono fernet con coca cola». Si cimenta in 20 chilometri di Trekking, incontra leoni e pinguini, si imbatte in alberi di colore arancione e termina la sua giornata con un tramonto con sfumature ogni giorno diverse. Ma il viaggio, dicevamo è soprattutto dentro se stesso: «Incontri persone sconosciute cui capita di confidargli cose che non diresti neanche al tuo migliore amico, sperimenti emozioni mai provate prima: una serrata nostalgia di casa, lo sconforto della solitudine, l’entusiasmo e lo stupore per un ghiacciaio immenso che si apre davanti a te, il senso del limite e il senso di gratitudine: e tutto magari vissuto nello stesso giorno, da un’ora all’altra». Riccardo ricorda una ragazza conosciuta in Patagonia facendo l’autostop con cui ha condiviso una giornata: «Non ci sono ostelli o resort, solo camping. Mi ha insegnato a mettere su la tenda, abbiamo accesso il fuoco insieme e trascorso la serata». Il ritorno a casa, a Modena, è previsto tra un anno, un anno e mezzo, il futuro è ancora da scrivere: «Ho lasciato il certo, un bellissimo lavoro con il posto fisso, una bella città e gente fantastica per addentrarmi in questo nuovo capitolo della mia vita: l’ignoto».