
Tre colpi tra marzo e maggio ai danni di donne anziane, di cui una ’tallonata’ dalla vettura della banda. I malviventi si impossessavano delle borsette: incastrati dalla polizia grazie anche alla videosorveglianza.
Utilizzavano metodi codificati. Sempre gli stessi. Con obiettivi specifici da aggirare e a cui sottrarre contanti e carte di credito con cui, in un secondo momento, si recavano agli sportelli bancomat per intascarsi altro denaro contante delle proprie vittime. Sono le accuse di furto aggravato in concorso e indebito utilizzo di carta di credito che pendono ora su cinque nomadi arrestati nei giorni scorsi al culmine di un’operazione della squadra mobile di Modena, coadiuvata dai colleghi di Reggio Emilia e dal commissariato di Carpi. La maxi inchiesta, partita da un primo episodio risalente all’inizio di marzo, ha portato la procura di Modena a richiedere e ottenere per i cinque indagati - 3 provenienti dalla provincia di Reggio, uno a Modena e uno a Carpi - altrettante misure cautelari. I cinque, che si trovano ora gli arresti domiciliari, ristretti nei rispettivi campi nomadi, in più di una occasione avrebbero messo in atto furti mediante la tecnica delle false informazioni stradali.
E’ lo scorso 5 marzo quando tre dei cinque indagati si trovano a bordo di un’auto a loro intestata e cominciano a seguire quella che diverrà la propria vittima. La banda, con comportamenti incalzanti come suonare il clacson e abbagliare con i fari l’auto davanti a loro, costringono ad accostare un’anziana signora di 81 anni. La donna viene inizialmente raggiunta nell’abitacolo con la scusa di dover chiedere lei alcune informazioni stradali. Peccato però che dopo essere stata distratta, uno degli indagati è riuscito a impossessarsi della borsa contenente contanti e riposta all’interno dell’abitacolo.
La signora, in sede di denuncia, ha fornito informazioni dettagliate su alcuni degli autori del reato, riconoscendone poi uno in sede di individuazione fotografica. Peraltro, a conferma della loro individuazione, i tre indagati sono stati identificati in occasione di un controllo di polizia effettuato poco dopo la consumazione del furto. Inoltre, dalla visione delle immagini di video sorveglianza del tragitto percorso dalla auto usata dalla banda, gli inquirenti sono riusciti a seguire il mezzo, lungo tutto il tragitto sino alla sosta dove era stato poi consumato il furto. Stesso copione, altra vittima a maggio, quando il 21, vicino a un centro commerciale, quattro dei cinque indagati con la stessa tecnica riuscivano a impossessarsi di un’altra borsa contenente due bancomat e 180 euro. La banda aveva poi cercato di compiere anche un prelievo con le carte, salvo fallire grazie alla prontezza di spirito della signora derubata: che bloccò i conti subito dopo. Anche questa vittima, sporgendo denuncia, riuscì a fornire alla mobile ulteriori dettagli. Tanto che nel mosaico indiziario veniva poi aggiunto un terzo episodio. Il 3 marzo, in solitaria, uno dei cinque indagati aveva utilizzato indebitamente un’altra carta di credito appartenuta a una terza anziana derubata. In quell’occasione, l’uomo aveva compiuto un prelievo di mille euro da uno sportello bancomat a Castelnuovo Rangone. Anche in questo caso, la vittima nel fare denuncia aveva raccontato di essere stata avvicinata da tre uomini in auto con la scusa della richiesta di informazioni stradali. Determinante per la riuscita dell’indagine è stato il minuzioso lavoro di setaccio delle immagini di videosorveglianza, grazie a cui la polizia è poi riuscita a stringere il cerchio.
g.d.c.