VALENTINA REGGIANI
Cronaca

"Gen-Z, in questo posto abbiamo trovato serenità"

"Dall’inizio della pandemia mi ero isolato da tutto e da tutti; mi ero chiuso in camera e non parlavo più...

"Dall’inizio della pandemia mi ero isolato da tutto e da tutti; mi ero chiuso in camera e non parlavo più...

"Dall’inizio della pandemia mi ero isolato da tutto e da tutti; mi ero chiuso in camera e non parlavo più...

"Dall’inizio della pandemia mi ero isolato da tutto e da tutti; mi ero chiuso in camera e non parlavo più con nessuno. Questo posto mi ha aperto un mondo. Questo posto è per tutti noi una casa". E’ un luogo di cura e salvezza per tanti adolescenti e ragazzi che, prima di varcare quella porta, si sentivano ‘smarriti’, spaventati, soli; sopraffatti da un disagio a cui non riuscivano a dare un nome. Parliamo della Gen-Z, con sede a Villa Messerotti-Benvenuti, in via Morello Confine a Villanova; la Comunità per persone adolescenti e giovani adulte che esprimono un disagio psicologico e relazionale, già in carico ai Servizi territoriali della Salute Mentale. Ieri, infatti, la struttura semiresidenziale, gestita dal gruppo Ceis, ha aperto le proprie porte alla città per celebrare il secondo anniversario della sua attività. All’arrivo all’interno della villa ciò che echeggiava tra gli alti arbusti erano proprio i sorrisi spensierati dei tanti giovani ospiti, tra i 14 e i 18 anni.- Sono in tutto 40 i ragazzi In carico alla neuropsichiatria che frequentano con modalità diverse la struttura; giovani che manifestano disagio di tipo psicopatologico. Parliamo di disturbo d’ansia, di umore, depressione, ritiro scolastico e sociale e tante giovanissime con disregolazione emotiva e disturbi di personalità con esordio psicotico. Una fragilità che, soprattutto dal periodo post covid, caratterizza ‘il male’ delle nuove generazioni se si pensa che solo nel 2024 il servizio NPIA ha seguito circa 11.000 ragazzi. All’interno della struttura gli ospiti seguono diversi laboratori: dalle attività in cucina, all’orto, all’equitazione, alla pittura per poi arrivare ai tanti sport e ai gruppi sulle emozioni e immagine corporea. "E’ un posto accogliente, fatto di persone che condividono tante cose, pur arrivando da situazioni differenti – ci spiega una ragazza. Nonostante le sofferenze qua i ragazzi riescono a legare e grazie a questo centro ho capito che certe cose che provo sono normali. "E’ per me una casa. Sono entrata a 16 anni – ci spiega Aufelia – è stata una esperienza di crescita, che mi ha aiutato a reintegrarmi". "Esco tutti i giorni ora – afferma Victor – prima mi ero ritirato in camera, sono rimasto isolato per anni. Qua ho trovato persone con i miei stessi problemi che ce la facevano e ho capito che allora potevo farcela anche io". Il presidente Ceis, Padre Giuliano Stenico, presente ieri alla giornata di festa ha sottolineato: "Qui si ridefiniscono identità e rapporti sociali. I giovani hanno indicato come problema principale la solitudine, che è quella solitamente dell’età anziana. Questa generazione ha la paura di inserirsi in una società complessa, all’interno della quale è difficile fare una progettazione". L’evento ha visto gli interventi istituzionali della dottoressa Graziella Pirani, direttrice del settore Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza dell’Ausl e di Sabina Rosa, responsabile della comunità. A seguire, è andato in scena lo spettacolo Il nostro sogno di una notte di mezza estate, esito del laboratorio teatrale curato da Monica Varroni e Giorgio Incerti, con protagonisti i ragazzi e le ragazze della semi-residenza.

Valentina Reggiani