REDAZIONE MODENA

GimFive ancora aperta: sequestrata

Vignola, già multata 2 volte la palestra aveva sfidato nuovamente i divieti: ora rischia una indagine penale

Si sta facendo sempre più seria la battaglia tra chi ha aderito al movimento #ioapro1501 e le istituzioni. Ieri, infatti, si è consumato il terzo capitolo della vicenda che vede al centro la palestra GimFive di via Caruso (sopra al centro Marco Polo), facente parte di un gruppo attivo con 12 palestre in tutta Italia. Dopo la multa da 400 euro e l’intimazione a non aprire che avevano comminato i carabinieri a questo esercizio venerdì scorso e dopo gli altri 400 euro di multa e la "sospensione dell’attività" per 5 giorni che la polizia locale aveva comminato sabato scorso alla medesima palestra, ieri la GimFive è stata di nuovo al centro dell’attenzione delle forze dell’ordine. Polizia locale e carabinieri, infatti, recatisi sul posto per un sopralluogo di controllo, hanno potuto accertare che la palestra aveva riaperto, dopo la chiusura domenicale, nonostante su questo esercizio pendesse appunto il provvedimento di sospensione dell’attività per 5 giorni. Carabinieri e polizia locale, in accordo con la Procura, hanno quindi posto i sigilli per il sequestro penale preventivo del locale. In pratica, se questa volta saranno violati i sigilli che di fatto vietano l’apertura della palestra, chi lo fa rischia, oltre alla denuncia penale, anche l’arresto. L’evento è stato seguito da vicino da Federico Milieni, direttore marketing di GimFive, che ha subito commentato: "Domani (oggi per chi legge) saremo chiusi, ma i nostri legali stanno già lavorando per il dissequestro del locale. Ciò che è avvenuto a Vignola del resto, oltre che rappresentare un unicum in tutta Italia, perché nessun altro locale che ha aderito al movimento #ioapro ha avuto un simile trattamento, presenta infatti fortissimi limiti sia logici sia giuridici. Non è la mia materia e quindi non mi addentro nei particolari, ma abbiamo già i nostri legali che ci stanno guardando. La battaglia quindi continuerà, anche perché non facciamo tutto questo per disobbedire alla legge, ma più semplicemente perché dobbiamo e vogliamo lavorare. Ci sono 90 famiglie che, in tutta Italia, dipendono da questo gruppo. E la nostra protesta andrà avanti con le altre 11 palestre del gruppo: per ora – scherza amaramente Federico – possiamo dire GimFive 11 e Roma (il Governo, ndr) 1. Siamo al terzo giorno di partita e il risultato è di 11 a 1, come ho ricordato anche poco fa in una mia diretta Facebook". Marco Pederzoli