Gli edili: "Crisi, necessario congelare i cantieri"

"L’intero settore delle costruzioni rischia, in tempi brevi, di arrivare al collasso, fermiamoci quindi tutti a riflettere per trovare soluzioni sostenibili e praticabili, prima che i danni causati dalla congiuntura particolarmente negativa diventino irreparabili". A lanciare questo forte e accorato appello è il Collegio imprenditori edili Emilia che ricorda che le aziende del settore con cantieri attualmente aperti "sono letteralmente schiacciate dai costi divenuti insostenibili delle materie prime. Un esempio su tutti: il bitume, indispensabile per la realizzazione di una strada, sei mesi fa l’impresa lo pagava 350 euro a tonnellata, oggi, per la stessa quantità, deve invece sborsare il doppio, 700 euro a tonnellata. Di fronte a una situazione di questo tipo – osservano gli edili – l’azienda si trova stretta in una morsa che può essere mortale. L’imprenditore davanti a sé ha due strade: decidere di continuare a lavorare, rispettando il contratto, oppure bloccare le attività. Nel primo caso si aprirebbe la strada ad una lenta agonia che potrebbe portare al fallimento, nel secondo si andrebbe incontro a diffide e cause legali da parte del committente. A ciò si aggiunge che il ricorso alla cassa integrazione non è possibile dato che l’aumento, anomalo e improvviso, dei prezzi non rientra tra le cause che permettono di accedere all’istituto previsto dalla legge per superare temporanee situazioni di difficoltà. A confermare l’insostenibilità della situazione per l’intero settore c’è un altro dato: in Italia sono ormai diverse decine le gare pubbliche per l’assegnazione di lavori andate deserte. La motivazione è tanto singolare quanto semplice: in un momento in cui i prezzi dei materiali utilizzati aumentano, in modo esponenziale e con cadenza quasi quotidiana (oggi la validità di un preventivo non supera i tre giorni), approntare un’offerta che sia economicamente sostenibile è pressoché impossibile per cui si preferisce, paradossalmente, non ’rischiare’ di vincere la gara perché se ciò avvenisse si lavorerebbe in perdita. "Il nostro non è solo un grido di serio allarme – sottolinea Claudio Candini, presidente del Collegio imprenditori edili Emilia – vorremmo andare oltre, cercando di creare delle alleanze con i committenti per evitare che il sistema collassi. Stiamo prendendo contatto con la Regione, la Provincia e i principali Comuni per cercare soluzioni ponte che permettano al comparto di non collassare, con l’auspicio che nelle prossime settimane l’emergenza prezzi rientri almeno parzialmente".