"Gli ucraini non hanno intenzione di cedere"

Il racconto di Vasil, operaio di Maranello: "In ansia per familiari e amici. La resistenza si sta organizzando in tutti i modi possibili. Aiutateci"

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di Alberto Greco

Mentre dall’Ucraina giungono notizie sempre più drammatiche e bilanci di morti sempre più impressionanti, tra le numerose migliaia di connazionali che lavorano in provincia di Modena crescono apprensione e timori per famigliari, amici e parenti che vivono in patria e hanno deciso di restare. Tra coloro che vivono con angoscia queste ore c’è anche Vasil, un operaio di Maranello trentunenne proveniente dalla regione di Ternopil, da 15 anni in Italia con famiglia, impegnato in queste ore a organizzare la partecipazione dei suoi connazionali alle iniziative per la pace in programma a Modena.

Chi ha sentito questi giorni?

"Nel mio paese ho ancora la nonna e la zia, anche se noi viviamo in una regione occidentale 200 chilometri a sud della Polonia".

Cosa le hanno raccontato?

"Mi hanno detto che soprattutto nella giornata di ieri (giovedì, ndr) mattina ci sono stati bombardamenti in tutto il paese e intorno, effettuati con droni che arrivavano, si schiantavano ed esplodevano, rivolti però contro obiettivi strategici, come sono le basi militari e gli aeroporti".

Nessun obiettivo civile?

"Ieri (giovedì, ndr) mattina solo su obiettivi militari e aeroporti civili, vecchi, in disuso che potevano essere utilizzati come campo base. Invece già da stamattina (ieri, ndr) soprattutto a Kiev, dove ho alcuni amici che studiano e mi hanno inviato video, si può vedere bene che i droni sono caduti anche fra quartieri civili".

Ci sono stati morti anche civili di cui sono stati testimoni?

"Giovedì mattina quando bombardavano gli obiettivi strategici almeno dalle nostre parti non si sono registrati morti. Invece, c’erano informazioni che dicevano che, mentre colpivano questi obiettivi strategici, truppe russe cominciavano ad attraversare il confine e lì si cominciavano ad avere combattimenti e morti, ma non legati alla prima ondata di bombardamenti. Stamattina (ieri, ndr), però, nei bombardamenti che hanno interessato la capitale Kiev c’è stato qualche morto anche tra i civili".

Le truppe da dove venivano?

"Dalla Bielorussia, soprattutto, con elicotteri e si sono dislocati negli aeroporti bombardati giovedì. Hanno fatto scendere interi eserciti e ci sono state battaglie intorno".

Hanno incontrato resistenza queste truppe?

"Sono arrivati di sorpresa, specialmente giovedì ma già nella notte e oggi (ieri, ndr) li stanno fermando un po’ su tutto il perimetro. La situazione più critica è a Kiev perché stanno arrivando dalla Bielorussia e dalla Russia su vari percorsi che portano alla città. Ma ancora non sono entrati nella capitale da quello che so. La grande sorpresa è che la guerra è stata estesa su larga scala e ci ha colti impreparati, ma la resistenza si sta organizzando in tutti i modi possibili".

Come si sta organizzando la resistenza?

"Hanno chiamato alle armi i riservisti. Il problema più grave è Kiev, perché molto vicina al confine e raggiungibile con elicotteri. Stanno bombardando un po’ dappertutto. Tuttavia, la difesa ucraina tiene ancora, anche se i russi stanno cominciando a bombardare qualche quartiere civile, non in modo permanente, con l’intento di fare scappare la gente".

Sono entrati anche carri armati?

"A Kiev stanno concentrando carri armati, ma non sono ancora entrati in città. Si sta cercando di fermarli, facendo saltare i ponti, ma non c’è dubbio che ci siamo trovati un po’ impreparati su quel fronte. Comunque stiamo resistendo e ci stiamo organizzando. Per questo chiediamo il sostegno dalla comunità internazionale e anche italiana. Se non si interviene con l’esercito serve però tutto il supporto sanitario, economico e di armi possibile. Speriamo che questa guerra non diventi un bagno di sangue, perché Kiev è una città di 5 milioni di abitanti".