
Stasera e domani un spettacolo di grande successo tratto dal testo del neozelandese Anthony McCarten. Sul palco due importanti attori: Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo. La scenografia è di Alessandro Chiti.
Proprio nei giorni in cui tutto il mondo segue con apprensione le notizie sul ricovero di Papa Francesco e prega per la sua salute, arriva stasera e domani al teatro Michelangelo "I due Papi", spettacolo di grande successo, tratto dal testo teatrale del neozelandese Anthony McCarten che è divenuto anche un film: è il racconto dei giorni frenetici che portarono alla rinuncia di Benedetto XVI poi all’elezione di Francesco, ma è soprattutto un affresco sulle ‘vite parallele’ di due uomini molto diversi, accomunati da uno stesso destino, e sulla nascita di un’amicizia speciale e inattesa fra due personalità certamente fuori dall’ordinario.
A dare corpo e voce ai due Papi, in questa versione italiana (con la regia di Giancarlo Nicoletti), sono due grandi attori, Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, in scena con Anna Teresa Rossini, Ira Fronten e Alessandro Giova: la scenografia, firmata da Alessandro Chiti, riproduce i luoghi iconici del Vaticano, dalla terrazza di San Pietro fino alla Cappella Sistina e ai giardini di Castel Gandolfo.
Il testo ci riporta a quei giorni del 2013, quando Benedetto XVI rinunciò al pontificato e in Conclave venne poi venne eletto come suo successore Papa Francesco, il cardinale Bergoglio arrivato "dalla fine del mondo", come disse egli stesso. Per la prima volta da molti secoli, due pontefici viventi. McCarten li vede come due figure differenti, un fragile Papa emerito e un nuovo pontefice con il carisma di una rockstar.
"Nella dimensione teatrale, la forza dell’incontro - scontro fra i due protagonisti, sullo sfondo di una vicenda storica che resterà probabilmente un unicum dei tempi contemporanei, acquista a mio avviso una forza, un’urgenza e una capacità di penetrazione ancora maggiore – sottolinea il regista Nicoletti –. Perché il cuore di questo incontro e del dialogo fra Ratzinger e Bergoglio ci riguarda tutti, in quanto uomini".
Il regista spiega che "I due Papi" parla "del potere, di come a volte sia difficile, se non impossibile, per un solo uomo il fardello delle responsabilità, e ci pone l’interrogativo di quanto, veramente, sia giusto o meno perseverare o se non valga la pena, a volte, di scendere dalla propria croce. Parla del rapporto fra l’uomo e Dio, dell’etica, degli interrogativi di ogni giorno della contemporaneità che corre, lasciandoci un dubbio: è giusto sposare i tempi, oppure è meglio ammettere l’esistenza di qualcosa di immutabile e di eterno?"
È dunque un viaggio profondo nell’animo umano, ma realizzato sempre lungo i binari della commedia, alternando efficacemente momenti di documentazione storico, dramma e humour. Sarà una settimana piuttosto ricca al Michelangelo che, dopo queste due serate, attende giovedì 27 Giovanni Vernia con la sua "Capa fresca", poi domenica 2 e lunedì 3 marzo la satira politica di Andrea Scanzi ne "La sciagura".