"I primi casi al centro diurno sono stati accertati il 16 marzo"

Il Comune dopo lo sfogo della figlia dell’anziana deceduta dopo aver frequentato la struttura

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"Siamo addolorati per la signora Rina e la sua famiglia, come per tutte le persone che sono morte negli ospedali o nelle strutture senza la possibilità di trascorrere gli ultimi istanti circondati dall’affetto dei loro cari: è una situazione straziante che comprendiamo bene e di cui è responsabile solo il momento di terribile emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Ma respingiamo con forza l’accusa di aver nascosto informazioni fondamentali per la tutela di ospiti e operatori". Lo afferma il Comune in merito allo sfogo dei familiari di un’anziana deceduta.

"La notizia dei primi due casi Covid positivi relativi ad anziani che avevano frequentato il Centro diurno in questione è arrivata il 16 marzo seguita purtroppo nel giro di non molte ore anche dalla morte di uno dei due, un signore che aveva manifestato i primi sintomi paio di giorni prima – dice il Comune – Il Centro era chiuso dal 9 marzo per effetto delle disposizioni regionali emanate la sera precedente, ma già nei giorni precedenti – pur non avendo ancora avvisaglie di contagi - i Servizi sociali avevano scritto e contattato telefonicamente le famiglie di tutti i centri diurni e gli spazi anziani consigliando di tenere a casa i loro familiari visto la fragilità di questo tipo di utenza di fronte all’aggressività del virus. Insieme ad alcuni gestori per garantire che giungesse la corretta informazione alle famiglie e per consentire loro di ri-organizzarsi nelle attività di cura dei congiunti, si era convenuto di lasciare aperto il centro nella giornata del 9 marzo convertendo l’attività in interventi di piccolo gruppo; infatti gli ospiti presenti erano solo 5, meno del 20 per cento della capienza. In particolare, la signora era presente e la figlia, sentita telefonicamente, aveva affermato di aver voluto assecondare la volontà della mamma". "Nessuno era al corrente che ci fossero casi conclamati di contagi prima del 16 marzo – continua il Comune – e le due persone in questione hanno manifestato i primi sintomi solo un paio di giorni prima, quando i loro familiari lo hanno prontamente comunicato agli operatori con cui erano in contatto. Nessuno ha inoltre chiesto alla famiglia di sanificare l’appartamento in cui viveva la signora. Anzi, considerata la situazione, è stato comunicato a tutte le famiglie che sono sospese le consegne degli alloggi".