I prof del Fermi: "No alla deriva autoritaria"

Gli insegnanti dell'ITIS Fermi di Modena esprimono solidarietà agli studenti e colleghi dell'istituto J. Barozzi, criticando il provvedimento disciplinare che limita la libertà di espressione. Sottolineano l'importanza del dialogo e del confronto nella scuola come valori democratici. La deriva autoritaria deve essere contrastata, e il silenzio non può essere promosso. La parola è dignità e raccontare la verità è un atto di difesa della comunità.

"Ringraziamo gli studenti e i colleghi dell’istituto J. Barozzi, che hanno difeso per noi tutte e tutti i valori democratici e costituzionali e ci auguriamo per il bene della scuola pubblica che il dialogo e il confronto riprendano al più presto". Anche i docenti dell’ITIS Fermi di Modena hanno espresso solidarietà

agli studenti e ai colleghi dell’istituto J. Barozzi, "condividendo l’amarezza per un provvedimento disciplinare che, per quanto riportato da vari quotidiani – affermano –, appare ingiusto e castrante la libertà di espressione prevista dalla nostra Costituzione, mortifica il ruolo e la competenza dei Consigli di classe e svuota di significato

il compito dei rappresentanti degli studenti". I docenti fanno presente come "sempre

più spesso purtroppo l’autoritarismo, sintetico e sbrigativo, viene preferito all’ascolto e al confronto; ciò però non può avvenire nella scuola, da sempre fucina di valori democratici come, in questo caso, il diritto al dissenso, agito nei modi consentiti dalla legge. La deriva autoritaria deve trovare nella scuola un argine forte

e coraggioso, come forte e coraggioso è stato il no dei colleghi e degli studenti del Barozzi. Nessuno può intimidire la scuola". Secondo gli insegnanti è molto pericoloso per la formazione della coscienza civica dei giovani

"il messaggio, certamente involontario, che tale provvedimento potrebbe veicolare: chi parla con i giornali tradisce, infanga, chi racconta è colpevole, chi denuncia diffama. Il silenzio invece è dignità, è difesa della comunità. No. La parola è dignità. Avere il coraggio di raccontare le lacune o le disfunzioni dello spazio che abitiamo – sottolineano – è atto di difesa della nostra comunità. Ci piaccia o non ci piaccia, la verità guarisce, il silenzio, invece, insegna un’obbedienza sottomessa che la scuola

non può promuovere".