"I pusher ci spiano, è stato un avvertimento"

Parla il ragazzo seguito dai malviventi: "Hanno atteso che finisse la riunione del comitato cercando poi di entrare nella mia auto".

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di Valentina Reggiani

Scortato fin dentro casa per non essere lasciato ‘in pasto’ agli spacciatori. Succede anche questo in viale Gramsci dove i pusher hanno e da tempo assunto il controllo, arrivando ad individuare e seguire i componenti più attivi del comitato; quelli che ci mettono non solo la faccia ma anche la costanza, accantonando la paura per riuscire ad allontanare dal viale la criminalità. Vittima di quella che è divenuta una vera e propria mafia locale, parliamo di quella nigeriana, è Angelo, uno dei membri del comitato viale Gramsci.

Cos’è successo l’altra sera?

"Sono stato aggredito da due pusher; un episodio che è l’emblema della rivolta dei delinquenti iniziata da tempo nella zona. Proprio stamattina (ieri, ndr) mi sono recato a sporgere denuncia in questura".

Ci spieghi meglio…

"Stavo rientrando a casa dopo una riunione del comitato, volta proprio a fare il punto della situazione nella zona e a proporre soluzioni più efficaci contro la criminalità. Loro sapevano bene che la riunione era in corso: mentre eravamo riuniti due dei noti pusher della zona ci controllavano dall’esterno; parlando tra di loro in modo concitato e incomprensibile. Si stavano evidentemente accordando. Mi hanno quindi seguito e hanno cercato all’improvviso di entrare in auto: uno da una parte e uno dall’altra. Si trattava di due nigeriani che qua, purtroppo, conosciamo bene".

Che cosa ha fatto?

"Ho chiamato la polizia e subito sul posto sono arrivate quattro volanti. Gli agenti li hanno rincorsi nel tentativo di bloccarli. Si è trattato di una vera e propria intimidazione perché sanno quello che stiamo facendo come comitato e, minacciandoci, tentato di farci desistere. Spesso ci passano accanto fischiettando; facendoci capire che sanno chi siamo e cosa stiamo facendo…".

A quel punto è rientrato a casa?

"Si ma scortato dalla polizia: gli agenti mi hanno accompagnato a casa per evitare appunto che si ripresentassero. Ma sapevo che mi avevano tenuto d’occhio anche durante l’incontro".

I controlli però sono numerosi. Crede non siano sufficienti?

"Hanno effettuato un presidio a partire dall’Rnord, con quattro auto e il filtro per controllare tutti i passanti anche venerdì sera. Quando le pattuglie sono arrivate la zona si è improvvisamente desertificata. Tempo dieci minuti dalla fine dei controlli e gli spacciatori erano nuovamente tutti in strada. Si avvisano a vicenda e se sanno che arrivano le forze dell’ordine spariscono.

ltimamente i controlli sono aumentati, quello è vero ed è un deterrente importante. Anche oggi (ieri, ndr) sono arrivati i carabinieri insieme agli uomini del Nas per controllare gli esercizi commerciali ma credo vi sia ancora molto da fare".

Quali soluzioni potrebbero essere utili nel contrasto allo spaccio e alla criminalità?

"Occorre intervenire in modo mirato: servirebbe ad esempio un numero maggiore di telecamere e presidi fissi. Gli interventi che vengono svolti sono importanti ma poco risolutivi. Per questo continuiamo ad organizzare incontri: anche giovedì prossimo come residenti ci ritroviamo per denunciare il grave episodio e continueremo a farlo fino a che non saranno adottate misure risolutive".