"Il centrosinistra chiarisca da che parte sta"

Matteo Richetti di Azione: "Vedere la destra più becera governare è un rischio che dobbiamo assolutamente sventare tutti insieme"

Migration

di Paolo Tomassone

"Non si può fare politica con il ‘Tom Tom’ aggiornato a dieci anni fa". Il messaggio Matteo Richetti lo rivolge, più o meno velatamente, al Partito democratico, con il quale Azione sta tentando in questi giorni un dialogo per arrivare a stringere un’alleanza prima del voto del 25 settembre. "A una condizione – dice il parlamentare modenese –: che il centrosinistra chiarisca da che parte sta" perché "vedere la destra più becera governare l’Italia è un rischio che dobbiamo sventare insieme".

Richetti, la sfiducia al governo Draghi della scorsa settimana può danneggiare fortemente l’Italia. Ma tutti sono già a parlare di liste e di nomi. Una modalità che non cambia mai. "Non è vero che siamo tutti a parlare di liste. Azione e +Europa hanno presentato 14 punti su cui costruire un patto repubblicano e per mettere in sicurezza l’Italia. Lo stanno già firmando migliaia e migliaia di persone. Quello che è successo in Senato è di una gravità e di una pericolosità per le prospettive del Paese senza precedenti e Modena potrebbe averne un doppio danno. È evidente che una realtà con un tessuto di imprese e un’economia così importante come la nostra stava beneficiando della reputazione internazionale di Draghi e della partenza di investimenti che Draghi stava garantendo all’Italia. In più il nostro territorio avrebbe un danno enorme dall’eventuale vittoria della destra che, sia in ambito economico che sociale, sta facendo delle proposte di una gravità e pericolosità inaudita".

Con l’attuale sistema elettorale la destra canta già vittoria. "Come diceva Trapattoni ‘non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco’. Tra l’altro il centrodestra sta sottovalutando la rabbia dei suoi elettori per aver votato la sfiducia a Draghi e aver provocato questo disastro istituzionale. Credo che la partita sia assolutamente aperta, perché i nostri elettori, compresi i liberi professionisti, il mondo organizzato, gli imprenditori e le fasce più deboli verranno puntualmente informati in queste settimane sui rischi che si corrono".

L’appello ai contenuti di Calenda ha già richiamato la parte più responsabile di Forza Italia. Dopo Gelmini e Cangini ce ne saranno altri?

"Ci sono anche tantissimi come me e Calenda che vengono dall’esperienza del Pd. È evidente che non si può fare politica con il ‘Tom Tom’ aggiornato a dieci anni fa. Oggi c’è un fronte molto chiaro e il voto su Draghi lo ha reso plalstico: un voto che pensa all’Italia, alla sua collocazione internazionale come protagonista in Europa, che ha garantito una posizione sul conflitto tra Russia e Ucraina. Gli elettori moderati e liberali se vogliono stare in un partito veramente liberaldemocratico scelgono Azione, se vogliono stare con l’amico di Putin c’è sempre Berlusconi".

Il centrosinistra non può andare diviso se no è destinato alla sconfitta. Ci sarà un accordo tra di voi?

"A una condizione: che il centrosinistra chiarisca da che parte sta. Fino alla settimana scorsa il Pd chiamava centrosinistra ‘campo largo’, erano orgogliosi dell’alleanza con i Cinquestelle e ritenevano Conte un punto di riferimento per i progressisti. Quello di vedere la destra e la destra più becera che governa l’Italia è un rischio che dobbiamo sventare insieme".

Lei si candiderà alle prossime elezioni nel collegio di Modena?

"Prima mi invitate a parlare di contenuti e non di posti, e adesso mi chiedete delle liste. Non ci siamo ancora arrivati a questo punto. Anche perché la possibilità o meno di costruire la coalizione cambierà le cose. Se ci sarà un’alleanza di centrosinistra allora decideremo insieme chi saranno i candidati, se ci sarà una corsa invece solo di Azione e +Europa sarà un tema che governeremo solo tra i nostri partiti. È evidente che Modena e l’Emilia-Romagna sono il mio territorio, in cui sono stato eletto. Partiremo da qui ma non c’è nessuna decisione in questo senso".