Il giovane picchiato: "Non ho fatto nulla, neppure in Libia mi hanno trattato così"

Diallo Idrissa, 23 anni, originario della Guinea e in Italia da anni "Mi hanno chiesto i documenti e io non li avevo, ma ho detto di chiamare il mio datore di lavoro che avrebbe garantito per me".

Il giovane picchiato: "Non ho fatto nulla,  neppure in Libia  mi hanno trattato così"

Il giovane picchiato: "Non ho fatto nulla, neppure in Libia mi hanno trattato così"

"Mi hanno picchiato senza motivo, ma io non ho fatto nulla. Sono venuti da me con l’intenzione di picchiarmi e hanno continuato anche in caserma, ora sporgerò denuncia". E’ uscito ieri pomeriggio dall’ospedale barcollando a fronte di due giorni di digiuno (è iniziato il Ramadan) ma soprattutto di una notte trascorsa al pronto soccorso. Diallo Idrissa, 23 anni, guineano, è stato preso a pugni mercoledì in Largo Garibaldi a Modena da un carabiniere che tentava di farlo entrare, con l’aiuto di un collega, nell’auto di servizio. Il video, girato da un passante e che subito è divenuto virale sui social, è ora nelle mani della procura: i vertici dell’Arma, acquisito il materiale multimediale, lo hanno trasmesso immediatamente per far luce sull’episodio. Nelle ore successive i due militari coinvolti sono stati subito trasferiti in altre stazioni, in attesa delle indagini. "Neppure il Libia sono stato trattato così e ho avuto paura di essere ammazzato a botte – ha spiegato il 23enne – Mi hanno picchiato senza motivo: io non ho fatto nulla, volevo solo andare a lavorare".

Il giovane, arrivato in Italia nel 2017, attraverso la rotta libica dopo essere sbarcato sulle coste siciliane è arrivato subito a Modena e ha iniziato a lavorare prima come lavapiatti e poi come aiuto cuoco nel ristorante: ‘Ci Risiamo’ di San Damaso. "Vivo nel mio appartamento, in zona San Faustino e non esco neppure la sera per andare a ballare: lavoro e basta – spiega il ragazzo – Mercoledì mattina alle 9 stavo aspettando l’autobus, la linea 2, in Largo Garibaldi per arrivare a San Damaso. Sono arrivati i carabinieri, mi hanno chiesto i documenti poi mi hanno preso lo zaino per cercare se ci fosse il documento di identità all’interno. Gli ho detto che avevo lasciato i documenti a casa e di chiamare il mio amico: glieli avrebbe portati subito. Poi gli ho detto di chiamare il mio datore di lavoro, che ha i miei documenti ma non mi hanno ascoltato, mi hanno preso subito a pugni per buttarmi dentro all’auto. Gli ho detto che non volevo entrare nell’auto perchè non avevo fatto nulla: non avevo droga, stavo solo aspettando l’autobus per andare a lavorare". Il giovane denuncia di non essere stato ascoltato. "Non mi hanno chiesto il mio nome e neppure dove stessi andando: hanno iniziato subito a picchiarmi poi mi hanno messo le manette e portato in ufficio. Qui mi hanno buttato a terra, tolto i pantaloni e hanno continuato a picchiarmi. Non riuscivo a capire il motivo: io non ho fatto mai niente di male a nessuno. Sporgerò denuncia perchè sono stato picchiato senza un motivo".

Il giovane guineano è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento della vettura di servizio: il giudice, all’esito della direttissima, lo ha rimesso in libertà in attesa della prossima udienza. Non si esclude che i militari coinvolti, tra gli altri reati (se contestati, le indagini sono in corso) possano rispondere anche di falso: non si farebbe menzione, nel verbale di arresto, di quanto accaduto a due passi dal teatro Storchi mercoledì mattina. Il giovane aveva dichiarato in aula di essere stato "picchiato al volto e a una gamba" e di non aver provocato danni all’auto di servizio dei carabinieri. "A Modena non si è mai vista una cosa del genere, finora cose così le avevo viste solo nei filmati americani. Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata – sottolinea quindi l’avvocata Barbara Bettelli, che difende il 23enne – In udienza è stato detto che è stato controllato perché sembrava sospetto. Ma non c’era a mio avviso nessun indizio che stesse commettendo un reato", spiega la legale. Si tratta di un ragazzo arrivato in Italia alcuni anni fa in barcone e non risultano precedenti di condanne".