Si regala il Milan e gli ottavi di finale di Coppa Italia, il Sassuolo, e più in generale conferma quanto di buono aveva già fatto vedere dopo la pausa di campionato. Sbancando, con il più classico dei punteggi e un gol per tempo, il ‘Via del Mare’ con una prova di forza che conferma assunto assai diffuso tra gli addetti ai lavori. Dice, l’assunto, che questo Sassuolo è una squadra di serie A che gioca in B, e prende spessore, l’assunto, nel momento in cui, opposti ad una squadra della massima serie, gli uomini di Grosso non solo vincono il match – la Coppa è sempre la Coppa, beninteso, occhio agli abbagli – ma a tratti lo dominano, con buona pace della categoria che, oggi come oggi, li separa dal Lecce.
Un tantino dimesso e non brillantissimo, ok, ma spinto fuori dal match da subito dai neroverdi e mai in condizione di riarrampicarsi su uno svantaggio che matura già al 13’ e resta in bilico solo perché il Sassuolo, in contropiede, non trova a lungo le giuste misure e la dovuta concretezza. Cambia parecchio Gotti, nei suoi giallorossi, quanto cambia Grosso nei suoi neroverdi, ma che per i padroni di casa non sia giornata lo si intuisce già al 6’ quando Muharemovic spreca, solo soletto, da buona posizione. Si rifà, il centrale scuola Juve, pochi minuti dopo trasformando in gol, di testa, un cross di Pierini e chi si aspetta che il Lecce, sorpreso dall’avvio quadrato e convinto dei neroverdi, reagisca, resta deluso.
A taccuino, per i pugliesi, solo un’occasionissima gettata alle ortiche da Pierret al 55’ oltre a mischie senza esito, mentre il Sassuolo ha tutt’altro passo, e tutt’altra efficacia. Sfiora il raddoppio al 41’ con Russo, che sbaglia un gol fatto, è pericoloso con Volpato all’ora di gioco, quando il diagonale dell’italoaustraliano esce di un amen, e con Moro che, appena entrato in campo, chiama Fruchtl ad una parata non banale. E traduce quanto fin lì solo sfiorato con d’Andrea, che raddoppia e premia l’intuizione di Grosso che aveva appena ridisegnato l’attacco su di lui, Moro e Antiste. E il Lecce? Prova a riaprire il match, ma resta al palo e per il terzo anno consecutivo viene estromesso dalla Coppa da una formazione cedetta, mentre il Sassuolo chiude dieci giorni con la valigia in mano nel modo migliore. Tre trasferte, tre vittorie, cinque gol fatti e zero subiti e, al di là dei risultati che aiutano e del morale che dagli stessi deriva, l’impressione che il gruppo, al di là delle dimensioni numeriche, stia cominciando a trovare una propria dimensione, con rotazioni – ieri in campo non c’erano, tra gli altri, Boloca, Mulattieri, Thorstvedt e Laurientè – che diventano risorse. E, come è successo ieri, determinano.
Stefano Fogliani