In Duomo è già festa con la Filarmonica

Applausi per il concerto che ha visto protagonisti tre allievi della Kabaivanska. Monsignor Castellucci: "La vostra musica è generatrice di pace"

In Duomo è già festa  con la Filarmonica

In Duomo è già festa con la Filarmonica

"Ci avete offerto la vostra musica e la vostra arte: questa sera voi siete stati generatori di pace". Con queste parole, rivolte ai professori d’orchestra e ai cantanti, l’arcivescovo Erio Castellucci ha suggellato l’emozionante Concerto di San Geminiano, in un Duomo tornato finalmente gremitissimo, dopo tre anni di limitazioni. Di grande suggestione e profondità, l’evento (promosso dalla Fondazione di Modena presieduta da Paolo Cavicchioli, con l’organizzazione di Modenamoremio e l’infaticabile Maria Carafoli) ha visto protagonista la Filarmonica del Teatro Comunale di Modena, diretta dal Maestro Hirofumi Yoshida, con tre voci soliste di speciale fascino, il mezzosoprano Veronica Simeoni, il tenore Giuseppe Infantino e il soprano Aida Pascu (foto in alto), tutti allievi delle masterclass di Raina Kabaivanska, presente salutata da applausi scroscianti. "Questo concerto, attraverso la musica, prepara gli animi della città che ancora una volta si stringe attorno al suo Santo", ha ricordato monsignor Giuliano Gazzetti, arciprete della Cattedrale, introducendo la serata. E poi è stato un profluvio di musiche, di tono sacro: in particolare, sono state ascoltate quattro diverse Ave Maria (di Gounod, Schubert, Caccini e Rossini), quattro mirabili sfumature di una stessa preghiera. E nel finale la Filarmonica ha eseguito la Sinfonia 26 di Haydn, "La Lamentazione". "È stata una serata di emozioni e sentimenti – ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli –. Il primo miracolo lo fa sempre San Geminiano, tutti gli anni, quando mette insieme la comunità modenese. Il secondo miracolo glielo chiediamo oggi: quello di far cessare la guerra".

"Ascoltando queste musiche, ho pensato ancora una volta come sarebbe bello il mondo se fosse una sinfonia, un insieme di suoni, di tempi, di silenzi differenti ma che insieme formano armonia – ha commentato don Erio Castellucci –. Oggi abbiamo bisogno di un grido di pace. E con le diverse ‘Ave Maria’, stasera è stata cantata anche la bellezza di una Madre. Anche la pace ha bisogno di un grembo, di una Madre, deve essere educata e accompagnata nei momenti difficili". Dal Duomo di Modena, con la sua storia millenaria, la musica accarezza il desiderio di un mondo migliore.

Stefano Marchetti