GIANPAOLO ANNESE
Cronaca

"In un attimo il tornado ha distrutto tutto"

Alessio Corbelli, 32 anni, è in vacanza a Pantelleria con la fidanzata Jasmine e la figlia: "Per poco non ci siamo trovati in mezzo all’inferno"

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di Gianpaolo Annese

"All’improvviso il cielo è diventato scuro, la terra e la sabbia sono state risucchiate verso l’alto fino a formare un vortice. Quando ci siamo trovati di fronte alla devastazione siamo rimasti sotto choc: a me è venuto in mente quello che ho visto il giorno dopo il terremoto nella Bassa modenese".

E’ ancora scosso Alessio Corbelli, 32 anni, titolare a Modena di un bed and breakfast ma originario di Sassuolo. Si trova con la compagna Jasmine Es Sahnouny e sua figlia di 5 anni in vacanza da una settimana a Pantelleria, l’isola travolta in poche ore da un tornado e da un terremoto di magnitudo 3 sull’Etna. Sono ospiti di amici, sempre modenesi, che hanno una casa in Sicilia (tra la città di Pantelleria e l’aeroporto).

Dopo un’incertezza di qualche ora ieri sul funzionamento dell’aeroporto, nel pomeriggio hanno tirato un sospiro di sollievo: stamattina potranno regolarmente prendere il volo e tornare a Modena.

Al momento il bilancio dell’uragano è di diversi feriti e due morti, sbalzati dalle auto e sbattuti contro le case. L’Apocalisse, venerdì sera dopo le 19, è giunta senza preavviso: "E’ cominciato tutto in pochi minuti – racconta il 32enne – prima il cielo si è oscurato all’improvviso, poi abbiamo visto la sabbia salire attraverso il vento e tingere il cielo di rosso (come il colore della terra da queste parti) fino a formare due tornado: il primo, in zona Scauri, si è infranto in mare, l’altro, vicino a noi, ha invece raggiunto la terraferma e costeggiato per un paio di chilometri la strada perimetra

le. La nostra fortuna è che l’abitazione dei nostri amici è protetta da una collina, probabilmente questo ci ha salvato".

Per una volta poi anche prendersela comoda è stato provvidenziale: "Avevamo prenotato il ristorante alle 19.30, proprio quando è successo, e stavamo per avviarci, poi ci siamo persi in chiacchiere e siamo partiti tardi perché inizialmente non ci siamo accorti di quello che stava succedendo – continua nel suo racconto Corbelli – abbiamo evitato così di trovarci con la macchina praticamente nel pieno dell’inferno". Ma è quando è uscito di casa che il gruppo ha realizzato davvero quello che stava succedendo tra l’altro molto vicino a loro.

"Abbiamo visto le sedi stradali dissestate, gli alberi divelti e riversi sull’asfalto, macchine sottosopra e una anche sul tetto di una casa – è la descrizione della devastazione vista con gli occhi del modenese – Ci siamo anche imbattuti nel Defender cabrio distrutto nel quale è morta una persona. A me è venuto subito in mente il terribile scenario post-terremoto nella Bassa modenese del 2012. Ho fatto un salto all’indietro nell’incubo".

Alessio ha osservato comunque che la macchina dei soccorsi si è mossa celermente: "Diciamo tanto della efficienza emiliana, ma devo dire che anche qui non sono stati da meno. La protezione civile, i vigili del fuoco, i carabinieri, sono stati rapidissimi nei loro interventi, mettendo al sicuro la popolazione e ripristinando la situazione laddove possibile, per esempio già alle 20.30 erano state messe a posto le centraline telefoniche", conclude nell’attesa di rientrare a casa.