Istruzione ed educazione siano integrate

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Antonio

Gariboldi*

Il recente intervento del ministro Valditara, in cui propone "lavori socialmente utili per gli alunni che non hanno la capacità di rispettare le regole", con l’obiettivo di fare imparare "cosa significa la responsabilità" sollecita una breve riflessione. Senza entrare nel merito dell’elogio del valore educativo dell’umiliazione, su cui il ministro si è corretto, e senza soffermarsi sulla proposta di un tipo di sanzione che è già previsto nello Statuto delle studentesse e degli studenti, appare comunque significativo che il discorso su educazione e scuola si sia immediatamente concentrato sul tema dei divieti (all’uso del cellulare in classe) e delle forme di punizione. Il rispetto delle regole a scuola, però, che andrebbe in primo luogo coerentemente testimoniato e insegnato nei diversi contesti di vita attraverso l’esempio degli adulti, rimanda a una considerazione più generale su come a scuola, nella realtà del processo formativo, educazione e istruzione non siano di fatto separate ma siano dimensioni strettamente integrate tra loro. È nei modi concreti con cui si sceglie d’insegnare e gestire la classe che si possono creare delle condizioni di esperienza che abbiano un valore fortemente educativo. Il privilegiare determinate metodologie didattiche, e nel complesso la modalità con cui si sceglie di ‘fare scuola’ e d’impostare la relazione con gli allievi, ha una ricaduta non solo in termini di qualità degli apprendimenti ma anche sul piano educativo. È soprattutto in una scuola che offra ai bambini e poi ai ragazzi la possibilità di fare un’esperienza comunitaria, che promuova la loro partecipazione e responsabilizzazione nei processi di apprendimento, che si possono creare delle condizioni efficaci sotto il profilo dell’educazione. Al ministro spetta allora il compito di sostenere e diffondere queste esperienze di scuola, garantendo risorse e promuovendo interventi per portare a sistema un modo di fare scuola che possa realmente contribuire a formare i futuri cittadini.

*Docente Unimore Didattica

e Pedagogia speciale