
Ex operaio, discuterà la tesi magistrale in filosofia all’Università di Macerata "Mi iscrissi dopo avere perso mia moglie, ma ora so che lei sarà lì con me" .
"Quando sono rimasto vedovo, mi sono iscritto all’università per studiare filosofia e capire che fine facessero le anime dopo la morte. Non so se l’ho capito, ma so che mia moglie Angela sarà vicino a me". Una scelta dettata dall’amore, e dalla curiosità, ha spinto Italo Spinelli, ex operaio di 88 anni del Modenese, a intraprendere il percorso universitario. E ora, dopo ben due titoli – in Filosofia e in Storia –, domani discuterà la tesi per prendere la terza laurea. A 88 anni diventerà dottore magistrale in Filosofia, presentando il suo terzo elaborato, stavolta incentrato sulla figura di Giordano Bruno, nell’aula magna di Filosofia dell’Università di Macerata. Spinelli, che compirà 89 anni il 21 maggio, in questa occasione ha voluto dedicare la tesi al rettore, John McCourt, e alla professoressa Arianna Fermani, "con cui ho un legame molto speciale e che mi ha spronato da subito a iniziare questo percorso – racconta –. Mi ha seguito durante lo studio universitario e mi è stata vicina nell’elaborare la perdita di mia moglie".
Che cosa l’ha spinta a iscriversi all’università a 79 anni?
"Sono rimasto vedovo, non sapevo bene come passare il tempo, non mi piaceva stare al bar. Ho iniziato a chiedermi, spinto dalla morte di mia moglie, che fine facessero le anime. La filosofia mi è sempre piaciuta e così ho provato ad approfondire, studiandola. Nella mia vita, però, ho fatto tutt’altro. Ho lavorato in Fiat dapprima come operaio, poi come programmatore. Ho anche fatto corsi a Milano e Roma. Ma prima ancora ho fatto il materassaio: lavoravo la lana, e poi realizzavo materassi a molle. Mi sono diplomato a quarant’anni, frequentando le lezioni solo il sabato, quando non lavoravo. E poi, quando Angela non c’è stata più, ho trovato nello studio un po’ una cura".
Di cosa tratta la tesi che discuterà martedì?
"Parla di Giordano Bruno, un personaggio affascinante, anche molto discusso. Forse avrei potuto scegliere un argomento meno complicato, ma per me Bruno è stato un grande. Diceva che la Terra non era il centro dell’universo, e questo alla chiesa non andava giù. È stato condannato, tenuto in prigione otto anni senza riuscire a concludere il processo, e poi arso vivo".
Chi sarà con lei alla discussione?
"Ci saranno mia figlia, mio genero e una delle tre nipoti. Le altre due non possono venire, ma sono tutte molto contente per me. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto. Non credo che festeggeremo in modo particolare: tornerò a casa, a Finale Emilia, la sera stessa, ma prima devo passare a ritirare la corona d’alloro". Pensa che ci sarà anche una quarta laurea?
"No, assolutamente no. Sono stanco. Credo che mi fermerò qui. Mi occuperò di altro: sto seguendo una causa di beatificazione, sulla base di una foto elaborata dal fotografo Marziano Pederzani. Riguarda una donna, Maria Pia Benati, fondatrice e superiora generale delle missionarie dell’Eucarestia. È morta a Forlì nel novembre 1986, e ora vorrei interessarmi per rinnovare il processo di beatificazione".
Dopo tutto questo percorso, sa dove è andata a finire l’anima di Angela, sua moglie?
"Io la penso come Sant’Agostino. Lui dice che le anime restano vicino a chi le ha amate davvero. E io mia moglie l’ho amata davvero. Quindi sì, penso che martedì (domani, ndr), quando discuterò la tesi, Angela sarà lì con me".