Funziona come la Playstation, ma non è un gioco. Il futuro della chirurgia pediatrica sarà sempre più tecnologico, più preciso e meno invasivo. A Modena già da mesi i medici operano con il robot alcune delle patologie che colpiscono i piccoli pazienti, i casi di idronefrosi (per il ristagno di urina nei reni) e altre patologie renali.
Come funziona? C’è una consolle che, grazie a uno schermo in 3D, permette al chirurgo di guidare i bracci sui quali sono montati gli strumenti – dal bisturi alle forbici, dal filo per le suture alle pinze – attraverso un joystick e dei pedali.
È un sistema estremamente sensibile che controlla gli strumenti inseriti con incisioni di 2-3 centimetri, garantendo una minima invasività e piccole cicatrici estetiche.
I benefici sono per il medico, che con l’importante aiuto del robot può eseguire movimenti molto più fini, realizzare suture più accurate e avere una visione più precisa.
Ma anche per il paziente: utilizzando il robot, infatti, si eseguono complesse operazioni con incisioni molto piccole riducendo in modo significativo il dolore, i tempi di recupero e di ricovero in ospedale.
Un computer – chiamato Da Vinci – è utilizzato nella Chirurgia pediatrica diretta da Pier Luca Ceccarelli. Un altro computer identico si trova a Baggiovara dove è presente anche un simulatore che viene utilizzato per la formazione e l’aggiornamento costante dei chirurghi.
p. t.