L’orologio, il tornio, lo space shuttle Si accendono le macchine della kermesse

Ventesima edizione della manifestazione a Modena, Carpi e Sassuolo: nel nostro tradizionale alfabeto alcune chicche da non perdere

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di Stefano

Marchetti

Ogni volta che si rimette in moto la gioiosa macchina del Festival Filosofia ci piace andare a ‘spigolare’ nel programma per il nostro alfabeto. Quest’anno è il ventennale del festival: potevamo sottrarci alla tradizione?

A come ACCELERAZIONE. Qui nella motorvalley le automobili e le corse diventano epica. Lo scopriremo domenica alle 21 ai Giardini di Modena con Paolo Barilla, imprenditore e pilota, Stefano Domenicali, ad della Lamborghini, e il ‘nostro’ Leo Turrini, superesperto di F1 e motori.

B come BODEI. Scomparso lo scorso novembre, l’ammirato docente è stato l’anima del festival fin dalla sua nascita. Tutto il programma di quest’anno è un omaggio alle sue ricerche e al suo pensiero.

C come CREATURA. Il leggendario Golem è lo spunto per riflettere (in parole e musica) su robot, intelligenza artificiale e creazione artistica. Venerdì 18 alle 21 nella chiesa di San Bartolomeo a Modena, insieme a Diana Hobel, attrice e autrice, a cura degli Amici della musica, con i compositori Claudio Rastelli e Nicola Straffellini.

D come DATI. La vita può essere interpretata con un sistema di dati? E chi guadagna sul ‘capitalismo dei dati’? Questioni di etica, economia, politica che verranno affrontate anche da Mark O’ Connell, Antonello Soro, Massimiliano Panarari.

E come EUCLIDE. Al padre della geometria e agli strumenti per studiare una materia affascinante è dedicata la mostra (a cura di Michela Maschietto e Marco Turrini) al Laboratorio della macchine matematiche di Unimore in via Camatta 15 a Modena.

F come FANTASCIENZA. La letteratura e il cinema ci hanno spesso trasportato in mondi incredibili. Venerdì alle 22 in piazza Grande a Modena Federico Buffa evocherà "L’Odissea di Kubrick", mentre sabato alle 19 nel chiostro di Palazzo Santa Margherita rivedremo "Metropolis" di Fritz Lang.

G come GALILEO. Con intelligenza e coraggio ha sfidato le teorie costituite. Nel 1968 Liliana Cavani gli dedicò un film ‘scandaloso’, rievocato in una mostra a Palazzo Pio di Carpi: la regista ne parlerà venerdì alle 22 in piazza Martiri. E domenica alle 21 in San Bartolomeo a Modena uno spettacolo (di Andrea Ballestrazzi, Alessandro Pivetti e Paolo Tomassone) racconterà le macchine con cui l’uomo esplora l’universo.

H come HARD DISK. La rottura improvvisa di una memoria del computer ha portato a una ‘rivoluzione’ delle immagini che vi erano conservate. Luigi Ottani ne ha tratto ispirazione per la mostra "Corrotti", presso Ago Fabbriche Culturali (ex ospedale Sant’Agostino) a Modena.

I come ICARO. Ebbe l’ardire di volare troppo in alto, e precipitò nel mare. Le macchine epiche, come le ali di Icaro o il cavallo di Troia, saranno al centro dello spettacolo e del laboratorio proposto alla Biblioteca dei ragazzi di Villa Giacobazzi a Sassuolo.

L come LAVAGNE. Avete mai desiderato di toccare il cielo con un dito? E quale macchina vorreste inventare per arrivare alle stelle? Alla Galleria Estense di Modena (a cura di Martina Bagnoli) speciali lavagne saranno a disposizione di tutti... per liberare la fantasia. E sbizzarrirsi a volare.

M come MONUMENTO. L’esibizione del potere passava anche attraverso grandi apparati scenici. Come l’enorme monumento equestre che il duca Francesco III fece collocare nel 1774 in piazza Sant’Agostino. Ce lo fa rivedere una speciale ricostruzione ‘virtuale’, curata da Francesco Gherardini e Simone Sirocchi per Digital Humanities di Unimore.

N come NESPOLI. È stato tre volte nello spazio, e detiene il record di permanenza: 313 giorni. Il noto astronauta, insieme al giornalista Alessandro Iori, ci condurrà in un volo appassionante attraverso la storia di chi ha tenuto gli occhi verso l’infinito. Sabato alle 22 a Sassuolo

O come OROLOGIO. Nella torretta del Palazzo Comunale di Modena, Ludovico Gavioli creò una straordinaria macchina cronometrica: i suoi segreti si potranno scoprire grazie a visite guidate su prenotazione, alle 14.30 e alle 19 nei tre giorni del festival.

P come PROTESI. Gli occhiali ci aiutano a vedere con chiarezza, lo smartphone ci mette in contatto con il mondo. Quante protesi estendono le funzioni del nostro corpo? Se ne occuperà la psicologa Silvia Vegetti Finzi domenica sera in piazza Grande.

Q come QUINTA STAGIONE. Quella che ci propongono Bertozzi & Casoni nel loro museo alla Cavallerizza Ducale a Sassuolo: un umanoide in ceramica che riproduce tutti gli scarti della contemporaneità.

R come RAMAZZINI. Originario di Carpi (dove nacque nel 1633), istituì la medicina del lavoro. La sua città gli rende omaggio con un’ampia mostra (a cura di Manuela Rossi e Tania Previdi) ai Musei di Palazzo Pio.

S come SEMAFORO, il semaforo per le stelle. Fra il genio di Gianni Rodari e la creatività di Bruno Munari, prendono vita le storie per ragazzi proposte da Monica Morini del Teatro dell’Orsa, sabato e domenica alle 19 al teatro Comunale di Carpi.

T come TORNIO, ovvero le macchine del lavoro, esposte al Planetario di Modena, a cura di Tiziano Quartieri e degli Amici del Corni: dal trapano da banco alla macchina per cucire, un percorso attraverso la tecnologia, dalla metà dell’Ottocento al 1940.

U come UOMO. D’accordo le macchine, ma prima di tutto c’è l’uomo, con la sua identità, la sua personalità, la sua intelligenza (non artificiale). Anche se in fondo il nostro corpo è il primo automa, come spiegherà il professor Carlo Sini domenica alle 17.30 a Carpi.

V come VIAGGIO, o magari vagabondaggio, come "Il giro del mondo in 80 storie", dal tango alle ballate balcaniche, che Isabella Dapinguente, Sabrina Gasparini e Claudio Ughetti proporranno venerdì alle 21 nel chiostro di San Pietro a Modena.

Z come ZUCCA, e pure zuppa inglese. La chiusura è sempre in gloria, anzi in tavola, con i menù della cucina filosofica che riprendono le intuizioni di Tullio Gregory: fra risotti, passatelli e frittelle di baccalà, si alimenta non soltanto il pensiero...