«La dottoressa all’oscuro di tutto Forse la consulenza richiesta prima»

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«UN INCARICO mentre la mia assistita è ai domiciliari? Non ne sapevo nulla e sicuramente è all’oscuro di tutto pure la dottoressa. L’unica persona con cui ha contatti sono io». Così l’avvocato Francesca Guazzi in merito a quell’incarico che sarebbe stato conferito, ai fini di garantire la continuità terapeutica alla piccola paziente, alla dottoressa Nadia Bolognini. L’incremento della retta a favore della casa famiglia e volta a coprire l’incarico della Bolognini sarebbe stato approvato dall’Unione dei Comuni Area Nord il 3 luglio, quando appunto la dottoressa era agli arresti domiciliari già da 7 giorni. «Non posso commentare poiché non ne sapevamo nulla – continua il legale della donna – ma non escludo fosse stato conferito prima di quella data e che l’incarico fosse stato assegnato pensando che fosse possibile farlo. Cercheremo di capire cosa sia accaduto ma ripeto: la mia assistita non ha avuto contatti con nessuno». L’incarico era volto a garantire un aumento di cure alla bambina di Mirandola sottratta ai genitori nel 2011 per problemi economici della famiglia. La piccola è tra i tanti angeli che sarebbero stati strappati illegalmente dalle braccia dei propri genitori nell’ambito dello scandalo affidi. La comunità che la ospita, secondo quanto emerso dalle carte, avrebbe percepito ventimila euro all’anno per accoglierla fino alla maggiore età ma, negli ultimi due anni della sua permanenza, all’improvviso per la piccola era stato richiesto un ulteriore supporto psicologico. Cosa che, evidentemente, si è ripetuta anche nel mese di luglio. Ricordiamo che Nadia Bolognini, moglie di Claudio Foti, è indagata per abuso di ufficio in concorso con Federica Anghinolfi, Francesco Monopoli, Andrea Carletti, Nadia Campani, Barbara Canei, Nadia Bolognini e Sarah Testa. Secondo le accuse lei come i colleghi citati avrebbero esercitato la psicoterapia a Bibbiano ricavandone guadagno, ma senza che si passasse dalla necessaria gara pubblica per l’affidamento. Di recente il tribunale del Riesame ha definito la ‘scuola Foti’, ovvero il gruppo di professionisti che faceva capo al centro ‘Hansel e Gretel’ di Moncalieri, «una tecnica invasiva e suggestiva posta in essere nella psicoterapia dei minori». E la Bolognini, al pari del marito e della Testa è ritenuta dagli inquirenti tra gli esponenti. Per i due azzurri Neri e Platis (nella foto), che annunciano battaglia attraverso esposti, «è evidente che si è aggirato il codice degli appalti e che questa condotta impedisce controlli sugli atti dei servizi sociali di Mirandola».

Valentina Reggiani